Mi auguro che questo mia recente ossessione per i colori delle conchiglie non sortisca l’effetto di sbuffi di noia dietro agli schermi. Il punto è che la sfida si è accesa, e io non riesco a fermarla. Dunque ho intrecciato una E dal libro Un alfabeto a fiori e la S dall’ABC del punto pieno, che altro non sono che l’alfabeto Rouyer 254 di Sajou. Ho leggermente ingrandito la S, affinché raggiungesse la stessa altezza della E e l’ho avvinghiata alla E, cercando di rispettare la regola dell’intreccio sotto-sopra, che ho descritto sul libro del punto pieno a pagina 52. I colori della lettera fiorita sono quelli della B a pagina 31 di Un alfabeto a fiori, che erano usciti dal campionario delle conchiglie, dieci anni or sono, allineandoli e selezionando le sfumature più chiare. Ho ricamato i fiorellini con il dolce rimpianto della memoria dei tempi andati, inseguendo le immagini e i ricordi che affioravano ad ogni punto: in fondo le mie lettere fiorite sono state testimoni dei grandi eventi che si sono inaspettatamente succeduti con incalzante intensità, alla soglia dei miei 40 anni, intrecciando vita privata e professionale e mettendo a dura prova la mia capacità di tenere tutto in equilibrio. Sono caduta a più riprese, ma adesso avanzo con la flemmaticità di un gatto sul cornicione. Solo che di vite io non ne ho 7…

Tornando al mio monogramma, ora non resta che decidere di che colore fare la lettera a punto pieno (ripiena di nodini). Sono indecisa tra l’ecrù e il beige 842.