

Il 30 settembre 2016 scrivevo sul mio blog il primo post sulle conchiglierie (link) , un progetto che era nato per caso un giorno in spiaggia, rimescolando una improbabile collezione e che mi portò allora ad allestire improbabili campionari, sui quali fare improbabili sperimentazioni e annotazioni.
A distanza di quasi un decennio i campionari sono ancora intatti: ho dovuto qua e là soltanto incollare qualche conchiglietta fuggitiva. Il ricamo è vagamente spelacchiato, ma i colori ancora hanno il potere di convocare gli occhi a sé.
Quando ho pubblicato la L pochi giorni fa, il brulichio di commenti, sempre molto graditi, mi ha confermato l’intramontabile magia di questi colori, dei quali non mi posso vantare, perché semplicemente sono stati dettati dai campionari e, a dirla più correttamente, da Madre Natura.
Rileggo con fatica quei post, perché scavare nel passato è sempre destabilizzante, ma osservando da lontano ciò che allora per me era un inizio, mi accorgo che ora è pratica. Che si può elaborare un metodo.
E ricordo anche che a Jesolo in quei giorni ho visto dei tramonti spettacolari.
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