Quando Nicoletta mi contattò, per propormi di ospitare qualche mio lavoro su Giuliana Ricama per i mesi a venire, ero in spiaggia. 
Seguivo con la coda dell’occhio un uccello marino che spariva sott’acqua per ricomparire molti metri più avanti, o indietro o di lato. Mi urtava non riuscire ad indovinare mai la direzione e a capire cosa mai stesse cercando in quelle torbide onde. Farneticai al telefono qualche ideuzza e rimandai l’avvio del primo pezzo al termine del ricamo umbro. 
Del pescatore piumato persi la traccia.
Inutile raccontarvi di come l’Umbro si protrasse più del dovuto e di come le scadenze, l’avvio della scuola e delle attività dei bambini, l’avvio dei nuovi corsi e la necessità di riprendere il filo dei pensieri (o perlomeno di sgrovigliare nella scatola i fili), stiano lentamente, ma inesorabilmente, strisciando verso il cuore per stritolarlo in una morsa d’angoscia. 
Tendo al drammatico?
Con la scadenza dietro l’angolo e l’acqua alla gola, proprio come il mio placido amico marino, mi tuffai in una scatola di stoffe e non avreste mai indovinato con cosa sarei riemersa… E dove.
Cercavo una tiepida palette autunnale non troppo scontata e sfidai me stessa a spremere i colori da uno scampolo acquistato al Telaio Povolaro qualche mese prima. 
Questo il link al tessuto Lecien, con stampe di rose e isole damascate che si intrecciano e che brillano se rigiri il tessuto tra le mani. 
Una meraviglia.

Volevo, con il ricamo da offrire a Giuliana Ricama, proporre un nuovo disegno con i fiori del libro Un alfabeto a fiori, un po’ per dargli l’ultima sferzata pubblicitaria, un po’ per regalare a voi tutti, che avete accolto la mia pubblicazione con tanto entusiasmo, una nuova palette
E dedico questo post a mettere in pratica le combinazioni di colori, disegni e idee con cui ho progettato il libro.
Partiamo dal nuovo disegno, che troverete sul Giuliana Ricama n°24 (settembre-ottobre 2018).
I soliti cinque fiori corrono attorno ad un ovale che ricamai con un retino tirato. Se pensate che io abbia peccato di eccessiva buona volontà, scegliendo un retino a quattro fili in un bisso di lino, dimenticate che sfilature e retini non sono certo il mio punto di forza e che semplicemente devo o dovrete perdonarmi, perché non sapevo quello che stavo per fare. 
Potreste saggiamente optare per un bel 14 fili, oppure contare qualche filo in più.
Il cordone che serpeggia tra i mazzetti di fiori è un palestrina a tre fili e termina con un paio di riccioli all’esterno dell’ovale.
Ricamato con i colori indicati su Giuliana Ricama, diventerà per me una striscia per coprire l’usura di una consolle antica che ho in salotto. A chi, che a Valtopina mi indicava con sorriso beffardo l’orlo ancora solo imbastito, rispondo che mi servirà ancora qualche giorno e che No! Mi dispiace! Ma il mezzo giliuccio basta e avanza.
Ma se ricamassimo lo stesso disegno, con i colori della B di pagina 31 di Un alfabeto a fiori? Se trasformassimo l’idea originaria in un cuscinetto fedi, semplicemente cambiando i colori?
Mandatemi un foto! Vi prego!

E se, al contrario, decidessimo di usare la stessa palette che trovate su Giuliana Ricama, per ricamare il disegno del cuore di pag. 62 di Un alfabeto a fiori?
Ci ho provato. 
Volevo fare una scatola per le chiavi, da mettere su quella stessa consunta consolle…

Questo, di mescolare idee, disegni e colori, è un gioco divertente. E interessante osservare come muti d’aspetto uno stesso disegno e come i colori sappiano evocare atmosfere quasi parlando un linguaggio proprio, adattandosi, di volta in volta, ad occasioni diverse.

Sabato ero sulla stessa spiaggia e l’ho rivisto.
Che non si sappia dove e come si riemerge, è il divertimento più grande.