Ragionando sui colori dei rami delle ghiande, spesso mi si affacciavano alla mente i motivi tradizionali che in tutti i luoghi e in tutti tempi sono stati ricamati sui corredi nobiliari e domestici, sugli stemmi e sugli abiti. Le ghiande sono da sempre un soggetto ricorrente e sono state ricamate in mille modi diversi. Quelle di cui ho l’immaginario più vivo appartengono al mondo del ricamo in oro, ma ricordo anche con piacere alcuni soggetti del ricamo umbro, tridimensionali e corposi, monocromatici.
Ho dunque provato a testare le mie rielaborazioni.
Mi sono fatta l’idea che i punti funzionino bene quando, annullando il colore, sono ancora in grado di conservare la loro leggibilità.
Non ho mai amato il punto catenella, perché l’ho sempre trovato piuttosto banale. E infatti ho impiegato diverso tempo a trovare come eseguire queste foglie, perché non volevo accettare di utilizzarlo. Adesso invece trovo straordinaria la variazione della luce che il catenella delle nervature offre, in contrasto alla lucentezza dei lunghi punti del festone di fondo.
Ho usato il catenella anche nei rami, ripassandolo: non c’è punto erba che tenga. L’ho provato, lo svilisce.
Il ricamo in azzurro è fatto col perlè 8. Ogni tanto averlo tra le mani è una gioia.
La voce delle querce: www.elisabettasforzaembroidery.it
Scrivi un commento