Ho sofferto del mal del punto pittura, che è quel desiderio lacerante di immersione nel colore, che si accende se non lo facciamo da troppo tempo. A novembre conducevo un corso in presenza sul punto pittura e invidiavo ogni mano intenta a ricamare.

Col pretesto di far vedere il movimento, rubavo i telai.

In macchina, al mattino del secondo giorno, rimirando le betulle ormai dorate e tremanti di freddo, avevo deciso che avrei risistemato tutte le mie convinzioni sul punto pittura, rispolverato anche vecchi appunti sulla teoria del colore e dato un senso alle mie esperienze personali. Che avrei anche finalmente dato visibilità ad alcuni disegni che ormai hanno compiuto almeno un paio di anni: come tutti i bimbetti di quell’età, iniziavano a sommergermi di richiami e fiumi di parole, imponendomi di smettere di occuparmi di ciò che stavo facendo, per dare attenzione solo a loro.

Per fare le cose fatte bene, ho pensato ad un nuovo e-book di disegni e a un corso online in diretta.

I disegni erano nati tanto tempo fa. Li avevo colorati ad acquerello, quando cercavo di capire se ne ero capace. Non lo ero, ma per qualche strana congiunzione astrale non erano venuti malvagi. Però io che pubblicavo qualcosa sul punto pittura mi pareva strano. Prendo coraggio oggi solo perché è giusto finire ciò che si è iniziato e anche perché mi serviva uno strumento snello per i corsi, in forma di dispensa.

All’origine di questo alfabeto c’è una fotografia, dalla quale ho rubato profilo del fiore, colori e modello di distribuzione dei colori.

Con il corso l’intento è quello di scardinare le tre false convinzioni sul punto pittura, che circolano tramandate di bocca in bocca:

  • La tecnica è difficile
  • Serve un senso del colore per ricamare a punto pittura
  • Il punto pittura è “pesante” e poco moderno.

Sui primi due punti ho una schiera di serie e motivate convinzioni in tasca. Sul terzo entriamo in un campo del soggettivo più difficile da argomentare e qualcuno potrebbe commentare, giustamente, che a parer suo la mia lettera è pesante e, se non vintage, inutilizzabile per il proprio personale concetto di modernità. Io ribatterei che esiste un universo sconfinato di soggetti moderni e che i materiali che abbiamo a disposizione oggi (tra i quali una cartella colori molto succosa) ci consentono di ricamare soggetti più snelli e decorativi di quelli proposti qui, ma che questo mi serviva per passare in rassegna tutte le difficoltà tecniche e che, in effetti, forse nemmeno io lo userei a scopo decorativo domestico. Per me è stato un grande esercizio, allietato da un’intensità del colore che ti entra nelle ossa.

Di più nel prossimo post! A presto!