Viene infine alla luce, dopo un concepimento lungo anni e un parto particolarmente arduo, il mio libro sul punto pieno.

Per la prima volta non mi sento in imbarazzo a chiamarlo libro, perché il poveretto è nato grassoccio e quasi quasi lo sembra davvero.

L’ho chiamato L’ABC del punto pieno e l’ho vestito con i colori rosso e blu, che sono quelli delle matite della scuola, che quando le vedo mi riportano subito tra i banchi, a ridacchiare o a spaventarmici sotto, ad apprendere come muovermi tra le lettere e gli strumenti adatti a tracciare le linee.

Con calma racconterò le sue vicissitudini: l’idea snella che si è trasformata in un’impresa; un campionario che ha trascinato con sé il disegno di 11 alfabeti; il romanzo tecnico che mi ha costretta a disegnare e a colorare più di 70 illustrazioni; il filo conduttore nascosto molto romantico.

Solo l’idea snella era premeditata.

Ma non dirò di più, perché qui oggi voglio festeggiare la nascita con coloro che mi hanno sostenuto nell’impresa e che desidero ringraziare.

Laura Arnaldi, ormai ben nota direttrice d’orchestra, paziente e magnanima, delle mie foto e dei miei testi, delle mie pretese sempre nuove e snervanti, che ormai mi rimanda contenuti che non sono in dritto filo e che mi sgrida se le foto hanno il fuoco sfuocato, ha fatto anche questa volta la sua magia grafica. Abbiamo rimescolato le pagine, ad un certo punto, perché il gioco di colori rosso e blu era un azzardo che finiva per stridere a fianco dei vecchi e irrinunciabili ricami colorati. Entrambe sapevamo che una soluzione sarebbe uscita e ci siamo concesse il lusso di girare e rigirare le foto e di scompaginare senza ritegno le pagine, finché il suo tocco delicato non ha trovato l’equilibrio.

Beatrice D’Anna ha risvoltato invece il mio testo inglese, che rifletteva la stanchezza di un impegno tirato troppo per le lunghe, saltando sul treno in corsa con amabile e pronta destrezza. Con lei il mio pensiero vola anche a Cristina, che ha setacciato le parole con la lente di ingrandimento, per scovare gli errori e che mi ha incoraggiato quando ormai il mio attaccamento all’impresa aveva raggiunto i minimi storici.

Ringrazio l’azienda e-Graphic, con particolare riferimento a Enrico e a Martina, ma ricordando anche tutto lo staff, che ha passato in rassegna le ombre delle mie foto, regalando ad esse nuova luce, e che ha accolto con amorevole cura i miei capricci d’urgenza. Bergamo è salva, grazie a voi tutti!

Alle allieve dei miei corsi sul punto pieno mando un abbraccio colmo di gratitudine, perché mi hanno fatto scuola: mi hanno costretto a dare un senso ad ogni mio movimento, a giustificare ogni punto mal steso, a scovare soluzioni.

Ringrazio i miei figli perché, se non mi facessero continuamente uscire pazza, mi muoverei in uno sterile e improduttivo ordinario, nel quale comunque vorrei sguazzare ogni tanto… Capito, no?!

Un abbraccio a Massimiliano, perché senza di lui la terza di copertina non avrebbe la foto che corona l’epilogo dell’avventura. Ma anche e soprattutto perché… Senza un saldo appiglio, sarei riemersa dal cratere a fatica. Oppure mi sarei persa a cercare nel sotterraneo un centro, perdendomi tutto ciò che di bello fuori mi attendeva. Volevo poi però fargli sapere, pur non essendo questa la sede adatta, che solcare con la bici i pendii dei vulcani sotto al cocente sole estivo che rimbalza sulle nude rocce è una magnifica esperienza… Che non ripeterò mai più!

Avviso Maillboxes etc. di San Bonifacio, attraverso Miriam, che affiderò a cuor leggero i miei pacchi ai vostri corrieri e alla vostra impeccabile professionalità, come sempre ottima scusa per venirvi a trovare!

E a tutti voi che mi seguite il primo e ultimo tributo, come vuole la tradizione, ma dettata dal mio cuore. Senza il vostro sostegno, le vostre parole e i vostri occhi che brillano, niente di tutto questo esisterebbe.

Grazie!

Come di consueto, con il prossimo post, l’elenco di che cosa troverete nel libro, in forma di spietata autorecensione!