Il professor Lidenbrock e il nipote Axel riescono a decifrare un crittogramma in runico di Arne Saknussem, uno scienziato islandese del XVI secolo e io ho riportato il testo all’inizio del mio libro sul punto pieno.

Il messaggio invita il curioso viaggiatore ad intraprendere il viaggio al centro della Terra, come lui ha fatto, calandosi nel camino del vulcano islandese Sneffels.

Mentre dipanavo l’opera raccontata in precedenza, ascoltavo romanzi che affrontassero il tema dell’andare a fondo, del calarsi nelle profondità e nel vivere dimensioni fuori dall’ordinario. Ha vinto la suggestione di Verne, perché mi sono vista addentrarmi nelle viscere di filo e tela, per indagare ogni movimento, i dettagli, gli attimi.

Il punto pieno ci chiede di farci piccoli e di solcare con curiosità le trame sulla stoffa tesa.

Tanto piccoli da scorgere l’ago emergere all’orizzonte, come un minuto spettatore innanzi ad una maestosa creatura preistorica, che appare e scompare sulla superficie dell’oceano, intenta alle sue misteriose faccende.

Il professor Lidenbrock, Axel e la guida islandese Hans partono per la discesa del vulcano il 18 giugno 1863 e sperimentano l’entusiasmo, l’incertezza e la paura; si perdono e si ritrovano; vengono messi di fronte all’impossibile. Eppure riemergono.

Non raggiungono il centro della Terra.

Forse non si può raggiungere.

Ma il viaggio li ha trasformati.

Quando e dove riemergono? Il 29 settembre, dal camino del vulcano di Stromboli.

Io sono riemersa il 31 agosto, ma questa è un’altra storia.