Tanti e tanti e tanti anni fa mi fu regalato un lungo scampolo di una tela non ben identificata che io ora immagino essere un misto lino-cotone. E’ rimasto lì ad aspettare che arrivasse la sua ora e infine è arrivata.
Non conoscendo il suo pregio ho optato per un lavoro semplice, che non mi facesse inveire al primo lavaggio… Dunque solo orlo a giorno e un paio di cifre, posizionate l’una all’angolo opposto dell’altra. Col senno di poi, avrei dovuto scegliere forse lettere più piccole, perchè queste dominano in modo eccessivo l’angolo, lasciando sotto di esse un vuoto che lascia un po’ perplessi.
Quando però le ho viste per la prima volta, mi hanno convinto, anche perchè avrei potuto ricamare con punti diversi. Non mi ero accorta che sarebbero state grandicelle fino a che non le ho stampate ripetutamente in modo da avere una superficie adatta a ricamare i fiorellini. Ho finito per affezzionarmici e usarle nonostante le perplessità. L’enorme vantaggio dei disegni digitali è proprio il poter modificare le dimensioni del disegno senza ricorrere alla fotocopiatrice del cartolaio, che, alle richieste di rimpicciolamenti e di ingrandimenti, comincia a roteare gli occhi e, fingendo grande destrezza imposta con disinvoltura la macchina, sbuffa durante la copia e poi tira fuori l’ingrandimento della parte opposta a quella richiesta, mettendolo puntualmente in conto…


Le cifre sono parte di un libretto, l’immagine della cui copertina è qui sotto, scaricabile dal sito di Flo’, cercando nel menù a destra tra i Documents anciens broderie.