C’è stato un tempo in cui abitavo a Novara, subito dopo sposata, nel tempo in cui il marito lavorava a quei viadotti dell’Alta Velocità che sembrano montagne russe. Ci siamo stati tre anni e lì è nata Anita: nella memoria Novara è la nostra isola verde e felice. Dopo allora siamo tornati un paio di volte, ma era da un po’ che non ne annusavamo l’aria.
Domenica avremmo partecipato al Battesimo di Adele a Biella e non potevamo non cogliere la palla al balzo. Sabato dunque abbiamo stipato la tribù in macchina e al suon di Radio Italia siamo approdati in Piemonte.
Mi è bastato vedere in lontananza la De Agostini imboccando lo svincolo autostradale per sentirmi ribollire un non so chè all’altezza del petto, simile allo stritolio dei visceri in una morsa e, visto che sono una femminuccia, mi è concesso confessare di essermi messa a piangere come una fontana. 
Posso tingere i capelli e guardarmi da lontano allo specchio per nascondere il tempo che passa, ma questa terribile sensazione di tempo andato e irripetibile è un sintomo nuovo e troppo significativo. 
Siamo passati davanti alla Coop piccola, dove andavo a fare la spesa, e mi rivedevo, esausta, con la carrozzina, nella ciclabile a canticchiare ninna nanne. Davanti al parco coll’altalena usurata dall’Anita, il giorno prima che nascesse, tutto innevato. Davanti al piccolo appartamento, con le serrande abbassate, dentro cui potevo vedere (scene incredibilmente vive, come in sogno), il letto con il copriletto verde e il lettino con la trapuntina ricamata a punto croce e tutti gli oggettini nel loro posto e Anita che strillava, rideva, gattonava e combinava guai.
Ebbene sono arrivata alla conclusione che tutti dovrebbero vivere almeno per un po’ lontano dalla routine. Mario e Alfredo sono nati dove vivo ora. Tutti i giorni vedo gli stessi scenari e questi di conseguenza hanno perso il loro potere evocativo. 
Già, per fortuna, dite voi… Altrimenti mi vedreste in giro a singhiozzare come una bimbetta infelice…
Ogni tanto dimentico che preferireste sentir parlare di ricamo: ho saccheggiato di nuovo Kira per il regalo di Adele. Quel bell’oggetto che si intravede in foto è un pouff con un cassettino, che vorrei poter dire di aver rivestito io, mentre invece è 100% Kira. Dai colori del pouff è nata la scatola per la bella Adele, che, nonostante i suoi tre mesi scarsi, ha già lo sguardo di una che sa il fatto suo.

La A è uscita, come spesso di recente, dal Libro delle lettere della Babbi Cappelletti ed è stato divertente giocare con l’ecrù e il rosa, che tanto mi facevano venire in mente le coppette panna e fragola, di cui mi è venuta una voglia matta.
Detto per inciso: sono nata a Biella, per anni sono andata a Biella almeno tre volte l’anno a trovare i nonni, ho vissuto a Novara a due passi da Biella, ci sono tornata questo fine settimana e… Non sono ancora riuscita ad andare nello spaccio dei Fratelli Graziano… AARGH!!