Tutto è partito dallo studio dei libri di Trish Burr, che non finirò mai di ringraziare per il Colour confidence in embroidery. Visto che non posso farlo di persona, il mio tributo è di farle una pubblicità sfegatata. 
Ho seguito passo passo le istruzioni per costruire una palette cromatica con continuità di sfumature a partire da una foto di riferimento. Ne ho stampata una tanto per provare, acchiappando una splendida foto di un gruppo di fiori di Nontiscordardime, scovata durante una scorribanda su Google immagini. Da cosa nasce cosa e per colpa della mia ristrettezza mentale che vede solo monogrammi e iniziali, ho finito per scorporare i fiori e posizionarli su una M Rouyer… Tanto per cambiare!!

Ho sperimentato anche il telaio Q-snap (quello usato nel patchwork), appoggiato su due stecche di legno. Mi ha tenuto bene la tensione, è facile da regolare e non mi ha deformato la stoffa. Però non lo vedo usare in giro e di solito un motivo c’è… Quando ho smontato la stoffa ho visto un’increspatura soltanto tra gli incroci delle braccia della M, ma potrebbe derivare dall’aver tirato troppo i punti.
Avevo scelto di ricamare una M pensando al nome del marito, soprattutto visto che casualmente avevo stampato la foto del Nontiscordardime e mi sembrava utile il lancio di un messaggio subliminale… Quando glielo dissi quasi si offese e allora, visto che Mario quatto quatto e tenerone si era avvicinato al telaio mentre ricamavo e, dopo avermi detto con la vocetta da topino che era bellissimo, mi aveva chiesto per chi era, non esitai dicendo che era la m di Mario fatta dalla Mummy e che l’asciugamano era per lui!