Meditando sulla dubbia utilità dei campionari già discussi, presi per buona l’idea che restringere la cartella colori avrebbe portato a comporre abbinamenti per me inusuali. 
Dettai le regole del gioco: scegliere soltanto alcune sfumature, adattarle ad un lavoro meno complesso del punto pittura e delle iniziali fiorite, dare un senso alle mie scelte.
Decisi dunque di trovare nuovi colori per le mie rose e di utilizzare un vecchio centrino acquistato qualche anno fa ad un mercatino di beneficenza e che stava ammuffendo nel cesto dove tengo il vaso dello zucchero.
Rigirai tra le mani i campionari e decisi di scegliere quattro combinazioni di colore, da usare per ciascun angolo: rosa, giallo, azzurro, lilla, più un paio di verdi di collegamento.
Allineai i campionari e decisi di optare per le tonalità in assoluto più chiare, perchè sono sempre restia ad utilizzarle ed era ora che ci provassi.

E ricamai per ciascun angolo un solitissimo archetto con tre roselline. 
Rispetto ai miei soliti lavori questo appariva sbiadito, ma romantico e interessante.
Mentre lavoravo pensavo che la stoffa bianca avrebbe offerto lo sfondo adatto per colori così chiari, perchè sarebbero spiccati senza venire smorzati da un fondo più scuro. Ma ad appoggiare i fili su altri sfondi nacque furtivo il dubbio che ragionassi per preconcetti.
Ormai drogata di campionari, ne eseguii un’altro…

Rivestii dei cartoni con tessuti di colore diverso e in ciascuno arrotolai qualche gugliata di filo, con la stessa sequenza. Lo specifico perchè in fiera, dopo averlo raccontato, molti occhi si accesero di interesse e di stupore: pensavano che fossero sfumature diverse. I fondi avevano alterato la percezione del colore. Mi è venuta in mente la questione del calo del lino: tutti sappiamo che il lino cala, come tutti intuiamo l’importanza dello sfondo, ma a fare i conti precisi e a testare il risultato, rimaniamo stupiti. Capii l’importanza di queste prove, soprattutto per fini didattici.

Il risultato, almeno secondo le mie capacità percettive, fu che il bianco e il nero esaltano i colori, come previsto. Ma che i colori mediani (diverse varietà di ecrù) li rendevano più naturali e a mio parere più gradevoli. Questo non l’avevo previsto.
Dovevo dunque fare un altra prova e scelsi quello stesso lino Bellora ecrù-grigio della tovaglia delle feste…

Siccome nel frattempo avevo fatto un corso di cartonaggio di cui presto vi parlerò, riuscii a rivestire il cuore di cartone senza incollarmi i capelli e a sperimentare l’effetto dello sfondo più scuro, nonchè il mettere tutti i colori in un’unica composizione.
In fiera qualcuno mi chiese se quei fazzoletti (avevo ripiegato la tovaglietta come in foto e poteva in effetti essere scambiata per una serie di fazzoletti) fossero antichi e questa domanda ancora mi risuona in testa e cerca una spiegazione cromatica. La cosa curiosa che mi trovai a spiegare è che, quando decisi di selezionare le quattro tonalità, di fatto in qualche caso pescai, nella cartella colori originali, in sfumature che vengono catalogate come altri colori. Mi spiego meglio con l’esempio dell’azzurro. Avrete spesso cercato un azzurro (o un rosa) baby tenue, finendo per trovare colori a vostro avviso troppo carichi. Magari no, ma a me è successo molto spesso, con grande frustrazione. Le rose azzurre di questo lavoro si compongono dei filati DMC 415 e 762. Se avete una cartella colori, potrete facilmente scoprire che in realtà si trovano nella gamma dei grigi. Io non li avevo mai presi in considerazione.
I rosa (543 e 3864) stanno in quella dei marroni. 
Io in questo racconto li ho chiamati azzurri e rosa perchè in quel selezionato sistema di colori delle conchiglie così mi apparivano, ma evidentemente è una suggestione soggettiva, dovuta al fatto che manca il confronto con quelli che comunemente chiamiamo azzurri e rosa.
Insomma credo di aver dato senso ai miei campionari e credo anche che questo approccio al problema sia estremamente interessante. Forse ad aver studiato arte e pittura certe cose si sarebbero imparate, anzichè apprese per via sperimentale… Ma l’approccio ai colori nei testi è estremamente complicato. Lentamente coprirò i miei buchi.
Tenete d’occhio il blog filitralemani.blogspot.com, perchè l’Associazione sta producendo una serie di campionari che faranno senz’altro riflettere!

Il cordoncino è ottenuto arrotolando i mulinè. Siccome tanti non l’hanno mai fatto e mi sono trovata spesso a spiegarlo, ecco un sito in cui è spiegato il procedimento. Io sostituisco il compagno che regge una delle matite con la maniglia della porta. No, dai! Non è misantropia… Solo praticità!