Un po’ di ansia ce l’ho e
ve lo confesso.
Fuori nevica come
previsto e i crocus eccoli lì, gialli e viola, spudorati. 
Credo di aver visto,
con la coda dell’occhio, uno scoiattolo saettare tra le fronde pesanti
dell’abete che sovrasta la serra. Mentre vi aspettavo il mio piede batteva
nervoso all’unisono con il ticchettio del grande orologio in ottone, ma eccovi
infine apparire tante e sorridenti all’orizzonte! L’ambiente è caldo e
confortato dalla vostra tenera partecipazione. Dalle cucine un profumo di torta
di mele si diffonde leggero e caccio Alfredo che vorrebbe rubare la prima fetta
e Mario che si lamenta perché non è la sua torta preferita. Anita mi chiede il
perché di tutto questo trambusto, riversa sul divanetto in velluto bianco, e le
spiego che è ora di avviare l’impresa. 
 
Che questo non è affatto un ricamo difficile, ma che è fondamentale
partire con il piede giusto.
Comprare un kit di
ricamo, provvisto di stoffa già disegnata, ago appuntato, assortimento di
filati e istruzioni per l’uso, è come acquistare quelle buste già pronte da
versare in padella. Se si vuole giocare al cuoco però si devono scegliere gli
ingredienti, saperli dosare, mescolarli con cura e con la giusta sequenzialità
e così via. 
… Almeno così ho sentito dire, visto che io sono la pessima madre da
busta già pronta.
Chissà perché, col ricamo
mi è scattato l’istinto del cuoco. Dunque eccomi a spiegare quanto sia
importante, fondamentale e anche un po’ difficile, la fase preparatoria: il
ricamo vero e proprio correrà leggero e facile, se abbiamo ben centrato il
disegno, riportandolo con cura sul tessuto.
Centratura, riporto del
disegno
e punto erba occupano tutta la prima giornata del mio solito corso base. 
Si,
esagero. 
Avete ragione. 
E probabilmente complico le cose, con tutto questo
cianciare.
Come condensare tutto in
un unico, possibilmente snello, post? Tenterò di fare il possibile, cercando
in me, impresa disperata, un brandello di sintesi. 
Dovrò per forza restringere
il campo alle soluzioni del caso, senza prendere in considerazione varianti e
variabili.
Dovremo:
– stirare la stoffa
– stirare la stoffa, qualora avessi deciso di ignorare il suggerimento precedente
– marcare gli assi di centratura del disegno
– marcare gli assi di centratura sulla stoffa
– sovrapporre gli assi di centratura
– ricalcare il disegno

Stirare la stoffa


Eddaaaiii!

Marcare gli
assi di centratura del disegno

Se vi inorridisce l’idea
di scarabocchiare il libretto fresco fresco di spedizione, potrete fare una
fotocopia della pagina della Primavera, come ho fatto io. 
Gli assi di centratura sono stati già
abbozzati dai grafici con un leggero tratto interrotto, ma io vi consiglio,
sempre, di evidenziare gli assi per averli continuamente sotto controllo.
Io ho marcato con un
pennarello rosso l’asse verticale e quello orizzontale e ho tracciato anche una
linea che collega le sommità delle gobbe del cuore: queste linee ci aiuteranno
a posizionare in dritto filo il disegno, allineando cioè gli assi con
l’intreccio naturale delle trame della stoffa.
Marcare gli
assi di centratura sulla stoffa
La pratica zen di eseguire
filze perfette sulla stoffa, letteralmente ricamando gli assi nell’opportuna
posizione del nostro arredo, è di gran lunga il sistema più sicuro, accurato,
noioso e laborioso tra quelli che io conosca. La pigrizia che mi contraddistingue
mi impedisce di essere così diligente. 
Chi lo è, non legga le prossime righe.
Fate scorrere la punta di
uno spillo dall’alto verso il basso per marcare l’asse verticale, da sinistra
verso destra per marcare quello orizzontale… Senza sfogare troppa violenza sulla stoffa, per non scolpirla! La punta dello spillo correrà tra due trame, evidenziandole.
Girando opportunamente la stoffa controluce,
dovreste visualizzare la traccia del passaggio dello spillo con sufficiente
chiarezza.

Per chi fosse interessato, io ho usato un lino Bellora da lenzuola, color grezzo chiaro.

Sovrapporre
gli assi di centratura
Sovrapporre gli assi di
centratura del disegno con quelli della stoffa, con sovrapposizione dipendente
dal metodo di ricalco. 
Io, se posso, ricalco sempre in trasparenza, appoggiando
dunque il mio disegno sulla lavagna luminosa e la stoffa sopra.
Lavagna luminosa… No, che non scherzo! Ma non  vi farò spendere tutti i vostri sudati
risparmiucci, tranquille! 
Qualcuno mi ha ribattezzato la figlia illegittima di
Mac Gyver perchè la mia lavagna luminosa è una scatola dei Ferrero Rocher
trasparente, con un paio di lampadine d’armadio dentro. Oppure un tavolino di
vetro con sotto una lampada? Un pannello di plexiglass su supporti con sotto
una qualsiasi fonte luminosa? 

No, la finestra no. Mettevi in orizzontale. La
forza di gravità è cattiva.
Mi piace il ricalco in
trasparenza, perché il controllo del dritto filo è totale e posso facilmente
verificare che gli assi accessori, come quello che ho disegnato sulle gobbe del
cuore, siano in drittofilo. 
Con la carta carbone (o grafite o simili) sarà più difficile, ma posso
allineare gli assi piegando il disegno in corrispondenza di questi ultimi e
assicurandomi che la piega batta sulla marca degli assi della stoffa.

Ricalcare il
disegno
 ,
Spilli qua e là non appena
scopro tutti gli assi allineati e via al ricalco…
Si. Siamo arrivati alla
fase più triste e deprimente di tutta la nostra avventura.
La questione della penna
giusta e della mano ferma mi angustia da decenni e la materia è difficile da
affrontare qui. Fuori luogo mettere in scena il dramma adesso. 
Me ne esco con
un paio di consigli, spero non banali.

Quale inchiostro usare?
         
Pennarelli
idrosolubili.
In quanto pennarelli, sono dotati di tratto piuttosto spesso (e dunque
ingannevole), anche se la punta è sottile. Però saremo sicuri che la traccia
sparirà per sempre a contatto con l’acqua.
               Penne
termosensibili (tipo Frixion).
Tratto sottile e perfetto, che scompare sopra ai
60 gradi e dunque anche al passaggio del ferro da stiro… Peccato che il ricamo
in freezer faccia ricomparire la traccia! Da usare, ma con prudenza. 
     In questo lavoro ho usato una Frixion verde, perchè so che coprirò tutta la traccia con il ricamo. Ma guai a seminare errori vistosi! 
             Matite. Non mi piacciono tanto. Se però avete solo quella, usate una durezza media, adatta a scorrere sulla stoffa, senza sporcare.

      Qualunque strumento scegliate, nel caso abbiate un tratto troppo sfrangiato, potrete optare per piccoli tratti discontinui: ingannano meno delle sovrapposizioni.
     
       Fine.
      
      Ora finalmente iniziamo a ricamare?
      No. Ricontrolliamo i disegni, please! 
     Confrontiamoli con l’originale, per verificare di non aver dimenticato qualche pezzo, distendiamo bene le linee, arrotondiamo le curve. Non rimandiamo questo sporco lavoro a chissà quando… Potremmo pentircene!      
    
      Si, ok. La smetti?!
      Ricamiamo?
      Si.
      Giovedì, però.
      Uffa!

     A prestissimo!!
     Elisabetta