Mentre beate soggiornavamo sul nostro pianeta Serra, sospeso immobile nel tempo e nello spazio, nel buio e nel silenzio, violato con leggiadria soltanto dal vostro allegro chiacchiericcio o dai motori dell’aeroplano del Piccolo Principe, il pianeta Terra, nel suo vorticoso ruotare e rivoluzionare, mieteva le sue vittime e lacerava le trame della routine.
Riprendere i brandelli di fili e rammendare i vuoti è un lavoro estenuante.
Utile tornare con la mente e con le immagini al prima e ristabilire le sane abitudini, nonostante questa stanchezza che non molla, acuita dalla sospirata primavera.
La più recente, ricamata su una tovaglietta vintage, nel pieno sballo, in luoghi ameni, avrebbe tanto da raccontare…

Prima ancora una ghirlanda, con i colori delle conchiglie, ascoltando storie. 

E qui devo aprire una doverosa parentesi.

Dedico questa informazione a chi, come me, si trova per lunghe ore a svolgere una attività manuale con la sola musica ad allietare il silenzio. Finalmente in questi giorni torno anche a questi ascolti.
Per caso, cercando qualche libro in rete o vagandoci per non pensare, un paio di mesi fa o forse più, mi imbattei negli audiolibri, che tutti immaginiamo risorsa ineguagliabile per gli ipovedenti.
Scoprii, attratta dalla curiosità e dall’intuizione che avrei potuto abbinare alle lunghe ore di ricamo una forma di lettura a me ignota, che esiste un portale della Rai il cui servizio da solo risolleva tutti i malumori che si possono nutrire per i suoi programmi televisivi. 
Non è leggere, ovviamente. E’ un’altra cosa. 
E all’inizio ho fatto fatica ad accettare l’intonazione del lettore. Ho scartato libri perchè letti da una voce che trovato sbagliata per me. Mi sono fatta sedurre da voci profonde e imparziali. 
Nella mia hit list, tra i pochi che ancora mi sono fatta leggere, Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo Levi (letto da Elio De Capitani) e lo struggente Una questione privata di Beppe Fenoglio, mirabilmente letto da Omero Antonutti.
Se dovessi scegliere, leggerei io, con i miei tempi e la mia intonazione, ma…
Scrivendo o parlando, ogni tanto mi sento risuonare in testa o nella voce l’intonazione dei lettori e mi accorgo che il loro contributo è potente.
Una risorsa che mi sembra giusto divulgare e a cui ho dedicato volentieri qui uno spazio.
Il ricamo della ghirlanda è stato ospitato da un rasatello di cotone. 
Le foto non gli rendono giustizia, perchè le mie competenze di fotografia si limitano a premere lo scatto e si affidano alla legge dei grandi numeri: su trecento foto, una ne verrà buona. 
Ma il nero e le stoffe luccicanti mettono a dura prova le mie incapacità. Non sono capace di imbrigliarne i riflessi.
Peccato.
Grazie a tutte per gli affettuosi riscontri legati al tutorial!