Quando l’estate inizia a ritirarsi e il buio avanza nel pomeriggio, sento le mie forze venire meno. Saranno incantevoli le foglie color tramonto dell’autunno, ma io ogni volta bramo di unirmi allo stormo che starnazza sull’abete del giardino, pronto a partire. Come una lucertola seguo gli ultimi sprazzi di sole e, se chiudo gli occhi, posso anche illudermi di essere nel bel mezzo di un primo pomeriggio di primavera e che l’estate di sole e di mare sia alle porte. Se riapro gli occhi, mi consolo di trovarlo in qualche ricamo.
Con il nuovo campionario per il punto pieno celebro l’incubazione della prossima primavera e il ritorno a La Borina, con il primo corso intensivo di questa strana stagione.
Scrivo questa domenica mattina, prima di tornare a solcare nuovamente il viale di betulle, tra un paio d’ore. Credevo che sarebbe stato difficile; che avrei fatto confusione con i collegamenti e che avrei balbettato qualche sterile confusa istruzione; che la mascherina mi avrebbe fatto mancare l’aria e che avrei scoperto che il mio nuovo campionario sarebbe stato un disastro.
Non ricordavo che laggiù a La Borina il tempo non ha tempo, il programma scorre fluido e tutto va come deve andare, con simpatia, gentilezza e intesa.
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