Il ricamo è meditazione, come dicono? Io ho sempre sperimentato e pensato che i benefici potessero essere simili, ma piccole e grandi differenze mi hanno sempre lasciato perplessa. E ancora non ho, ovviamente, le idee del tutto chiare. Per caso, o perché ormai più o meno inconsapevolmente giro e rigiro sulle stesse cose, mi sono imbattuta in un articolo che mi ha fatto sbattere la mano sul tavolo ed esclamare un Eccolo lì! compiaciuto e soddisfatto, abbastanza sonoro da finire in DAD mentre interrogavano Anita al piano di sopra.
L’articolo è di Andrea Giuliodori, che racconta dello Stato di flusso teorizzato da Mihaly Csikszentmihaly. Di quello stato in cui si perde la cognizione del tempo, facendo qualcosa di impegnativo e appassionante.
Non che io trovi così esaltante aver dato un nome ad un processo (beh, un po’ sì, all’inizio).
E’ che… E’ tutto molto interessante. Soprattutto l’elenco dei requisiti per accedere allo stato di flusso:
– Obiettivi chiari
– Equilibrio tra le difficoltà da affrontare e le nostre competenze individuali
– Feedback immediati e certi.
Inutile dire che questo aiuti molto nel progettare la didattica, ma non solo… Mi aiuta a capire perché negli ultimi anni io sia riuscita a fare dei progressi accelerati, mentre prima procedessi strisciando come quella lumaca là fuori, che cerca di attraversare il cortile da almeno una settimana.
Io l’avevo chiamato: Un passo alla volta, senza pretese. Adesso ha un nome più snello.
Termino con un copia e incolla da Wickypedia.
Componenti dell’esperienza ottimale[modifica | modifica wikitesto]
Csikszentmihalyi individua i seguenti fattori che, pur potendo apparire indipendentemente l’uno dall’altro, in realtà sono in combinazione tra loro e costituiscono la cosiddetta esperienza di flusso:[2][3]
- Obiettivi chiari: le aspettative e le modalità di raggiungimento sono chiare.
- Concentrazione totale sul compito: un alto grado di concentrazione in un limitato campo di attenzione (la persona non ragiona su passato e futuro ma solo sul presente).
- Perdita dell’autoconsapevolezza: il soggetto è talmente assorto nell’attività da non preoccuparsi del suo ego.
- Distorsione del senso del tempo: si altera la percezione del tempo. Non si rende conto del suo scorrere.
- Retroazione diretta e inequivocabile: l’effetto dell’azione deve essere percepibile dal soggetto immediatamente ed in modo chiaro.
- Bilanciamento tra sfida e capacità: l’attività non è né troppo facile né troppo difficile per il soggetto.
- Senso di controllo: la percezione di avere tutto sotto controllo e di poter dominare la situazione.
- Piacere intrinseco: l’azione dà un piacere intrinseco, fine a se stesso (esperienza autotelica).
- Integrazione tra azione e consapevolezza: la concentrazione e l’impegno sono massimi. La persona è talmente assorta nell’azione da fare apparire l’azione naturale.[4]
Scrivi un commento