Ogni tanto mi inceppo.

Il circolo vizioso è sempre lo stesso:

– sembra che i miei programmi procedano a meraviglia, nel rispetto dei tempi e degli obiettivi; 

– abbasso la guardia; 

– perdo il ritmo.

Il mio umore, e così pure la mia efficienza, ritma come l’alternarsi delle stagioni e puntualmente, inesorabilmente, mi trovo a dover tornare sui miei passi per recuperare le fila del discorso.

In genere il programma salta per un nuovo entusiasmo. Siccome l’entusiasmo è bella cosa, l’assecondo. 

Ma mi svalvola. Dovrei imparare a dosarlo… 

Ora che l’entusiasmo si è trasformato in impegno che si addiziona a quelli già presi, la vita si è complicata… Ma arricchita. Vi dirò. 

Per il momento, però, riprendo le fila e torno alla mia M azzurra, perché infine le matassine sono arrivate.

Qui la zona è tornata arancio e non si può uscire dai comuni. Vi confesso che l’isolamento ha portato con sé tempo per nuove letture e per ricerche, un po’ a discapito del ricamo, ma confido di travasare parte del percorso in nuovi stimoli per i corsi o per lo meno per rendermi più efficiente e meno incline alla dispersione delle energie. 

Una volta mi fu detto, mentre enunciavo un programma effettivamente un po’ utopistico, che la via del peccato è lastricata di buoni propositi. La sentenza arrivò come una freccia omicida, a suo tempo. E i buoni propositi si sciolsero in un lampo come neve al sole. Oggi invece so che è inevitabile perdersi e che basta ritornare sulla via, così da riprendere il progetto e progredire un po’. E che anche si impara piano pianino a non perdere più la strada.