E’ stato difficile fare una foto non buia, ma ci riproverò. Sono stata presa dall’avvio della nuova stagione di corsi e fiere e ho un ritmo da ritrovare! Avevo interrotto il racconto di questi pezzi perché c’era la novità della Patty da mettere a nudo e devo dire che a Fili senza tempo (a Formigine) l’idea è stata accolta con grande entusiasmo.
Avevo ricamato anche una S per scrivere il tutorial e l’intenzione era di dipingere una cornice per confezionarla. A breve il risultato!
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Infine mi ero dedicata al progetto che doveva in realtà essere il primo e cioè il ricamo del bavaglino e del camicino nascita, con l’intento di fornirne il modello.
Sono felice della piccola evoluzione che ho fatto in questi ultimi anni.
Il disegno è diventato più sciolto. E’ come se dalle mie dita uscissero gesti che non credevo potessero mai appartenermi.
Non lo dico per autocompiacimento, ma perché ribadisce la regola che è propria anche del ricamo e di qualunque attività artistica, nonché del processo di auto perfezionamento: l’esercizio abbatte ogni barriera. L’operazione non è facile, ma è alla portata di tutti.
Con il ricamo non ricordo… Una motivazione profonda che non mi spiego del tutto mi ha sempre fatto ricamare e di conseguenza accumulare ore di esercizio produttivo.
Con il disegno, mi sono dovuta imporre un programma e in particolare di andarci piano. Di non pretendere abilità che non potevo maturare in poco tempo. Le lettere fiorite non erano altro che forme disegnate sopra un’iniziale di riferimento. Così anche per le lettere del mare, con l’aggiunta di un esercizio di volute. Per le ghiande e questi uccellini, la comprensione che gli elementi da ricamare possono semplicemente essere forme ridotte all’essenziale, con misure adeguate alla lunghezza dei punti. Mi ero imposta quest’estate un’ora di disegno al giorno e io non sono in grado di valutare obiettivamente la qualità di questi disegni, ma so che adesso, quando prendo in mano la matita, sento di poter raggiungere uno scopo e questo per me è un grande traguardo.
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