Era perfettamente normale, adesso, chiudermi la porta alle spalle e ritrovare la mia finestra sul nostro mondo innevato e quieto. Avevo lasciato la luce spenta, per concedermi qualche istante di contemplazione, prima di mettermi al lavoro. Era buia la stanza e anche il paesaggio oltre il sottile vetro da cui osservavo le vostre piccole case, le luminarie che in questi giorni si erano accese e le stelle, già alte nel cielo.

Ero immobile, persa nel paesaggio e nei miei pensieri.

Anita aveva appena compiuto la maggiore età e un film fatto di piccoli momenti stava scorrendo dietro le mie palpebre. Ci sono ricordi che si conservano quasi intatti e che commuovono per la loro singolare intensità: ti investono, straordinariamente dettagliati. O forse a lacerarti è il vuoto dei ricordi che stanno nel mezzo.

Mi ero destata perché il ramo dell’abete di fronte aveva avuto un fremito, come era già accaduto. Ma questa volta il mio piccolo cantore era uscito allo scoperto, credendo che nessuno l’avrebbe scoperto.

Bello e tenero, nel suo piumaggio caldo e il petto rosso, cantava sfidando la notte e le convenzioni, per me. Per tutti.

Con il suo grido fatto di minuscole note d’oro mi ricordava di ritessere il mio tempo e di raccogliere gli istanti come fossero briciole di diamante sparse sulla neve.

E allora lo avevo iniziato a ricamare, per averlo accanto ogni Natale.

Un contorno a punto indietro spezzato con il DMC 841 a un capo e poi il primo giro di punti lunghi e corti, a coprire il margine destro dell’ala, ma con un colore più scuro (DMC 3790, sempre a un capo).

Poi un giro di ritorno, con un movimento all’indietro, tanto utile perché la direzione del punto può essere anticipata e controllata tirando il filo.

Il petto in rosso e bianco (DMC 347 e blanc) e poi il becco con un filo di DMC 3371, lanciando punti orizzontali da ricoprire con lanci verticali. Con lo stesso colore ho ricamato anche l’occhio (un nodino a due giri) e le zampette a punto indietro.

Le ali a punto vapore festonato. Spero che le immagini parlino da sole. Ricordo qui che si tratta di un normale punto vapore a cui si sostituiscono gli avvolgimenti con i punti che si fanno per l’avvio delle maglie ai ferri.

E mentre ricamavo i nodini della neve sui rami e sopra l’abete, fuori nevicava.

Il ricamo era finito, ma andava confezionato.

Mi rasserenava l’idea che ci fosse ancora del tempo da spendere in questo sogno.