Da anni cerco, come tutti, immagino, di imparare a gestire il mio tempo.

La mia agenda è passata da sterile elenco di appuntamenti a bullettin journal; è stata sostituita con un quaderno e poi è tornata ad essere agenda; si è fatta colorare in rosso e blu con gli appuntamenti e le liste di cose da fare organizzate in riquadri, poi è nuovamente retrocessa a pagine di elenchi e, al momento, è organizzata in brevissime liste sottese a voci verbali: ricamare, disegnare, scrivere, condividere, amministrare. Nelle due ultime settimane ho aggiunto la voce costruire. Aver incasellato le mie azioni in verbi primari, mi ha riportato all’infanzia: perché alla fine, tutto quello che facciamo magari adesso con noia e fatica, lo facevamo da piccoli con divertimento ed entusiasmo. Il verbo, in questo momento, mi restituisce il piacere di fare. E quando avevo circa otto anni il desiderio di fare e costruire era fortissimo. Ricordo di aver usato per settimane il seghetto di mio padre in cantina per ritagliare la sagome di una coniglia (credo di Beatrix Potter) che avevo incollato su un compensato. Mi ero anche tagliuzzata un dito, ma ero arrivata in fondo. Poi cucivo bambolette e ricamavo. Me non dovevo cucinare e le bambole non dovevano fare i compiti.

Sotto la voce costruire ho incluso le azioni di sfilare il tessuto, ripiegare e imbastire gli orli, cucire, assemblare, inquadrare, eccetera: tutte le finiture che infine daranno un senso ai ricami. Non ci crederete, ma questo verbo ha cambiato il mio approccio nei confronti di questi movimenti, che ho trovato sempre noiosi e meritevoli di essere sostituiti con altre azioni. Il problema era che li mettevo nel calderone della voce ricamo e inevitabilmente, accostati all’idea di tecniche appassionanti, finivano con l’essere sminuiti a punti e a mere incombenze di serie B. Ora trovo il tempo per ricamare, svago e delizia, ma anche il tempo per costruire, realizzazione completa di un progetto creativo. E le interminabili e noiosissime ore di orlo a giorno si sono accorciate e hanno trovato un senso.