No! No! Siamo oneste! Non è silk ribbon! E’ rayon ribbon embroidery, perchè i nastri sono al 100% in pura nobile fibra di rayon!
Però… Però li ho tinti con colori per seta, quindi potrei far passare l’inganno del silk coloured ribbon embroidery. Ma so che voi non vi frego, quindi mi conviene dire a tutte come stanno le cose.
Mi serviva un ricamo per partecipare al  tanto atteso progettone-borsa-della-Patty con l’Associazione Filitralemani. Non avevo avuto tempo di farlo e sono arrivata all’avvio della cosa senza il necessario. Ho ammirato nostalgica i ricami delle altre e braccato la Patty per sapere come procedere all’assemblaggio di pezzi che non avevo e sono tornata a casa sconsolata.
Il giorno dopo ho deciso che dovevo fare qualcosa. 
Recuperare un vecchio ricamo a punto croce? No, no! Non mi sarei più scollata di dosso le frecciatine della Gabry… 
Recuperare vecchi ricami abbandonati? No, non avevo stoffe in tinta. Niente. 
Mi toccava farne uno nuovo, ma veloce, veloce… Veloce, veloce.
Avevo giusto tinto inutilmente pochi giorni prima un nastrino (quello in pura nobile fibre di rayon…) con dei colori per seta, un po’ per fare un esperimento, un po’ per realizzare un campione, e quindi è normale che mi sia venuto in mente il silk ribbon.
Allora ho disegnato la solita E Rouyer254, di getto, su un brandello di lino damascato della Tessitura Giaquinto e, sempre di getto, con una certa entusiasmante foga che non mi prendeva da un po’, mi ci sono gettata sopra.

Ho ragionato poco e tutto è venuto da sè. Non c’è continuità di colore perchè avevo pezzi tinti con sfumature diverse, non sufficienti a coprire tutte le parti dell’iniziale. Con pazienza avrei potuto usare qua e là, usando un po’ di giudizio, i diversi colori, ma la pazienza e il giudizio in quel momento amoreggiavano altrove, forse al cinema, o in una sala da ballo, e comunque decisamente lontano da me. Durante la loro assenza ho ricamato le rose e le foglie delle rose con i nastri. Mi spiace non aver fatto la foto del risultato.
Quando, il giorno dopo, sono tornata in pieno possesso delle mie facoltà (e aver duramente bacchettato pazienza e giudizio in egual misura), ho aggiunto quelli che, secondo me, sono i dettagli che fanno la differenza: tralcetti a punto mosca a due fili di mulinè e nodini panna con un vecchio perlè.
Mi hanno invece messo in crisi i nodini al centro delle rose. La prima versione fu gialla, la seconda rosso-bordeaux. In foto rende decisamente di più la gialla, ma dal vivo l’abbinamento con le stoffe era reso meglio dal rosso.

Perchè ho usato i nastri di rayon? Perchè quelli di seta, tinti a mano da Di Van Niekerk, e che ho comprato in fiera, sono così belli che tremo all’idea di usarli. Non li avrei certamente usati per questo lavoro, perchè non sapevo che cosa sarebbe venuto fuori e poi… Poi, al di là dell’alto valore di qualità e quindi di prezzo, non riesco a usare cose per le quali è troppo difficoltosa la reperibilità.
Se qualcuno conosce un fornitore di nastri in seta dalle mie parti, non esiti a scrivermi! Non si può comprare on-line un metro di nastro in seta, perchè hai finito quel colore! Allo stesso tempo non ne puoi ogni volta comprare quantità industriali!
E il doppio raso? Credo che sia troppo spesso per farlo passare attraverso la stoffa, ma… Vi saprò dire.

C’è solo una soluzione… Ragazze di tutto il mondo… Vabbè, italiane! Riprendete in mano gli aghi! I fornitori non riassortiscono più le partite terminate e le mercerie si stanno impoverendo! Non c’è più mercato!

Comunque, esco dall’eperienza del rayon ribbon con questa breve serie di promemoria:
– non lasciare che pazienza e giudizio fuggano ancora dalla gibbosa cella cerebrale (proposito tanto prezioso quanto effimero);
– usare nastri almeno di poco più pregiati, nonostante le prevedibili proteste dei rayon fan club;
– provare a tingere i suddetti nastri, perchè questo aspetto sfumato e vintage mi piace parecchio;
– trovare il tempo per fare altri lavori del genere…
Ok, lasciamo perdere.
Ciao care!