Di neve a terra non ce n’è più.
Ne vedo ancora sulle montagne e la nostalgia paralizza il mio sguardo all’orizzonte, mentre seguo il profilo delle cime e i ricordi che affiorano.
Torno con i piedi a terra grazie a voi e al nostro appuntamento.
La temperatura e la luce sono degni di un giorno di primavera e i bambini si sono categoricamente rifiutati di indossare le giacche. Quelli le cui madri sono riuscite nell’intento, hanno appeso gli indumenti ai rami e scorazzano in fibrillazione, rincorrendosi tra gli alberi.
Abbiamo socchiuso le porte e trascinato alcuni tavolini carichi di merende all’esterno.
Anita &Co., riverse su alcune stuoie a terra, disegnano abiti per la nuova stagione: pare che, intramontabile, il must di quest’anno sarà ancora la morbida shirt che cade scoprendo la spalla e la mitica spallina coperta di strass.
L’erba pullula di puntini colorati: azzurre veroniche, candide pratoline e pallidi anemoni. Sui rami i primi germogli e i boccioli del pesco vibranti del desiderio di esplodere.
Come loro, noi. 
Con la differenza che noi non dobbiamo attendere!
Sento la vostra eccitazione, mista a preoccupazione.
Mi dite che vabbè, i punti lanciati li sanno fare tutti. Che insomma, il nodino fa arrabbiare, ma non troppo. Che siete sicure che però più di così non saprete fare.
Macchè, rispondo io.
Qualcuno mi chiede se uso il telaio, perchè dalle foto parrebbe proprio così… 
No!
E’ che non posso stirare il lavoro in corso, dal momento che ho usato una penna termosensibile per il riporto del disegno, e il telaio mi tiene in tiro la stoffa per foto decenti!
Comunque usare il telaio è sempre consigliabile! Sono io quella sbagliata.
Srotoliamo dunque una delle più belle matassine Coloris, la Coloris 4500, che porta al nostro cuore ancora spoglio, il tenue verde delle giovani foglie e delicate varietà di rosa.

Starei anch’io ore e rimirare i macramè scartati con religiosa cura dal gruppo genovese e le tovaglie a punto Assisi che le assisiane hanno steso a profusione sui tavoli, con tutte le teste chine a chiedere e a complimentarsi e a capire come e con cosa… 
Devo interrompere sadica lo scomposto chiacchiericcio, perchè abbiamo tanta carne da mettere al fuoco (compresa quella che gli uomini hanno deciso di sbraciolare sui braceri allestiti all’esterno: vedo i mariti fare in modo che non si avvicini alla fucina il mio, dopo aver, indegna, urlato ai quattro venti il rischio che riproponga il miracolo della trasformazione delle salsicce in cenere…).

Suggerisco dunque che si tagli la solita gugliata e si prelevino due fili, per darsi al punto margherita (variante solitaria del punto catenella).

Nell’immagine il punto è lavorato dal basso verso l’alto, ma solitamente noi in Italia lo lavoriamo al rovescio. 
Ho progettato questi rami pensando alla variabilità del colore di questo filato, che muta dal verde al rosa. Ho disegnato foglie e fiori allo stesso modo e così basterà correre sui rami senza pensieri: il rosa evocherà i fiori, il verde le foglie. Se ricamassi gli stessi rami con filati diversi, impiegherei molto più tempo.
Esco sul dritto alla base della foglia/fiore disegnata, nel punto in cui l’elemento si stacca dal ramo. Tengo la solita posizione di partenza (pollice che tiene il filo) e, puntando nello stesso punto in cui vedo uscire il filo, esco all’estremità opposta.

Devo accertarmi che l’ago rimanga sopra l’ansa del filo così formata, in modo che, tirando la gugliata verso di sè (e non verso l’alto!), si veda formarsi un cappio.

Una volta tirato il filo (non troppo, perchè sono belli i punti margherita un po’ cicciottelli), devo fermare il cappio con un piccolo punto che lo scavalchi.

Partendo dal primo ramo, e scorrendo sotto i punti fatti, posso procedere a ricamare tutti gli elementi a punto margherita e nodini (già spiegati nel precedente post). 
Soffermiamoci un attimo, però, ad escogitare qualche sistema per rendere più variegato e realistico l’effetto dei rami.
Posso, per esempio, lasciare in sospeso i nodini e ricamarli quando torno verso il profilo del cuore per raggiungere il nuovo ramo: così nel frattempo il colore sul filo sarà mutato ed eviterò passaggi ripetitivi di colore, mescolandoli.

Posso anche, volendo dare un tocco più rosa ai rami, gestire l’avvio delle nuove gugliate, eliminando i tratti verdi delle estremità…

In men che non si dica… Avrete il vostro pesco in fiore!
E siccome abbiamo tempo, possiamo darci anche al ricamo della punta del cuore, perchè ormai i punti… Li conosciamo tutti!
Con il DMC 3364 ricamiamo a punto erba gli steli delle margherite.
Appena incontriamo una foglia, possiamo usare una variante del punto margherita per ricamarla velocemente: il punto mosca. Premesso che, nel caso non lo capiate, potrete benissimo usare una serie di punti lanciati, ecco la sequenza:
1. Dalla sommità della foglia ricamo un tratto verticale

2. Esco a sinistra e imposto un punto margherita aperto

3. Ripeto i passaggi 1 e 2

Passare dal prato verde allo sboccio delle margherite…

… è solo questione di punti margherita in DMC blanc o 3865!

Ma noi ora sospendiamo i lavori, perchè il profumino che si diffonde nell’aria è così invitante che vedo avvicinarsi volpi e gatti con l’acquolina in bocca. Mio marito per fortuna ha salvato con l’assenza le salsicce dalla carbonizzazione, ma è alto il rischio che ne faccia un sol boccone, quindi corro a mettergli il guinzaglio!
A prestissimo e buon appetito!