Ho fatto un po’ di conti, calendario alla mano.
Abbiamo sostenuto un ritmo incalzante di incontri e nuovamente oggi vi ho radunate tutte qui, perchè martedì prossimo è già Primavera e per allora avremo le rose da far sbocciare su lavori pronti.
Non posso accettare cuori paralizzati nel gelido autunno, che credono presuntuosi di poter far arrivare la Primavera a comando. 
Oggi non è giornata.
Per questo vi ho ammutolite tutte, non appena avete messo piede nella serra. Mi sono portata una bacchetta per impaurirvi e vi minaccio seria e impettita.
Peccato che Mario mi faccia il verso mentre vi parlo e voi tutte ridiate!
Non cederò. 
Non riuscirete a farmi scoppiare. 
Alfredo e la combriccola provano con le boccacce al di là dei vetri: i più piccoli li leccano con decisione. 
Disgustoso.
Ho platealmente ordinato ad Anita & Co. di sedersi a fare i compiti, per dimostrare la mia impeccabile autorità: ridono come pazze.
Sono senza speranza.
La veneziane, come avevano promesso alle colleghe genovesi, hanno pure portato i fuselli e sento i ticchettii provenire da sotto i tavoli, accompagnati dal sommesso confrontare le varianti.
Srotolo il mio Coloris 4505 e provo con un secco ed imperioso… Chi c’è, c’è!

Rifiuto il vasetto di miele di acacia spudoratamente offertomi dalle abruzzesi perchè io mi addolcisca un po’ e taglio gugliate all’impazzata, purchè tutte si mettano leste all’opera.
Vedo che tante sono già partite a ricamare i lineari con il punto erba e dico Ok, va bene lo stesso. Però io in questo caso preferisco usare il punto indietro, così da terminare lo stelo pronta con l’ago sul dritto per il punto margherita in cima al ramo. 
Riesco a dirlo con gentilezza, perchè la mantovana ha sciolto quattro cucchiani di miele nella mia tazza, di soppiatto, mentre io parlavo sorseggiando la tisana.

Il punto indietro è facile. Lavoro da destra verso sinistra ed esco sul dritto un po’ più avanti rispetto all’inizio della linea. Poi torno indietro ed esco ancora più in avanti. Tiro bene ad ogni passaggio.

Come si nota nella foto, al termine dell’ultimo punto sono pronta per avviare i punti margherita e ricamare questo gruppo di fronde che avoca il glicine, pur non avendone esattamente la forma. 
Trovo splendido questo filato, perchè ha una sua cupa sobrietà che conquista. 
Se vi siete perse i punti margherita, potrete ritrovarli nel precedente post.

Con il mulinè DMC 746, sempre a due capi, suggerisco, ora melliflua, di ricamare dei bei nodini in corrispondenza dei punti svolazzanti oltre il glicine. 
Se doveste avere una stoffa particolarmente trasparente… Ahimè! Dovrete fermare ciascun nodino sul rovescio. Io farei un paio di punti serrati sotto il nodino e poi, di soppiatto (come la mantovana), annoderei i due capi sul rovescio un paio di volte. 
Si. 
Trasgredendo a secolari tradizioni e rischiando dolorose punizioni corporali.
Ve lo avevo detto che oggi non era giornata.
Però… 
Decisa a togliervi da quel languore che ad un certo punto inizia, quando un lavoro non arriva presto al termine e l’impazienza incalza, mi sono portata da casa delle cose inviatemi per posta dalla DMC, per testarle un po’ con voi. 
Per correttezza avviso che questa parte di post può essere considerata una pubblicità (in quanto rispondo all’invito di testare un prodotto), ma non mento dicendo che sto improvvisando e che non ho davvero idea di che cosa ne salterà fuori… Soprattutto visto il mio umore di oggi!

Avevo condiviso su Fb il prodotto un paio di mesi fa, perchè avevo trovato interessante la possibilità di accedere facilmente al ricamo su tessuti cedevoli, come la maglina.
In ciascuno di quei quattro pacchettini che si intravedono in foto sta un foglio Custom by me: in due misure di quadretto per punto croce, già disegnato, oppure bianco. Sono tutti fogli adesivi, progettati come guida e supporto per il ricamo, per quei tessuti un po’ ostili che si fanno fatica a ricamare. Ricordo che in fiera mi fu raccontato come ricamare sulle maglie con della carta velina stropicciata. Il principio deve essere un po’ lo stesso: avere un supporto croccante da tenere in mano.
Dunque mi sono decisa a testare il foglio bianco, ricamando il gruppo glicine su un coprispalle bianco in fine maglina. 

Per prima cosa ho ricalcato il disegno sul foglio. L’aspetto è di un tessuto-non-tessuto, incollato su un foglio di plastica. Nonostante lo spessore complessivo, sono riuscita a ricalcare il disegno senza lavagna luminosa. Ho evidenziato in rosso l’asse verticale, per allinearlo con il dritto filo della maglina.

L’adesivo è riposizionabile, quindi nessuna imprecazione.
Avete notato che non ho stirato la maglina?!
Ve lo avevo detto che non era giornata.

Ho ricamato il glicine… Ok. Si tiene bene.
Forse avrei dovuto essere meno taccagna e tagliare un cm di carta in più.

Ho aggiunto delle minuscole perline al posto dei nodini, con sottilissimo filo bianco…
Quelle perline che ho appoggiato sul coperchio della mia scatola.
Le perline… LE PERLINEEE! 
Alfredo, entrato con la ciurma a seminare il panico, brandendo rami come spade, è inciampato sui lacci slacciati rossi, ha colpito con il gomito il tavolo, ha fatto cadere il telaio della brasiliana sul coperchio della scatola e… Nell’etere tutta la mia luccicante scorta di minuscole perline rotolano e saettano verso l’alto e ora ricadono lente… Le vedo, una ad una, al rallentatore… Schiantarsi sull’impiantito ruvido. 
Nessun essere di questo mondo potrebbe recuperarle tutte.
Sale la rabbia e vedo di striscio il ghigno della mantovana che ruota di soppiatto il coperchio del vasetto di miele…
Ve lo avevo detto che oggi non era giornata.
A martedì.