La terrina conteneva un quantitativo così esagerato di gnocchi, che dovetti sacrificarmi a lungo a mandar giù bocconi, prima di riuscire a scorgere Patrizia all’altro capo del tavolo.
E prima che ci venissero consegnate le torri di tigelle, che ci avrebbero nuovamente diviso (anche se per poco…), credo parlandoci una sopra l’altra e litigandoci gli ultimi pezzi, avevamo già sancito il patto di metterci a lavorare un po’ insieme, con il folle obiettivo del niente, disinteressato, e la sfida a capire cosa ne sarebbe saltato fuori, giusto per divertirci un po’ e senz’altro per imparare qualcosa.
Siccome noi, che abbiamo incompiuti, lavori in corso e progetti giurassici nella borsetta, abbiamo bisogno di avere una scadenza a cui condannarci per riuscire a portare a termine qualcosa, la Patrizia mi saltò fuori con un invito a castello, dopo aver consultato l’impeccabile staff organizzativo di Fili Senza Tempo, capitanato dalla designer Tania Santarelli, che non vedo l’ora di conoscere dal vivo per porgere cavallereschi ringraziamenti, di cuore.
Per farla breve, entro un mese, infine digeriti gli gnocchi fritti, avremmo dovuto produrre qualche pezzo, lasciando correre idee e iniziative, augurandoci vivamente che ne uscisse fuori qualcosa di buono, vista l’illustre location.
Mi ero fatta portare un po’ delle sue mitiche sciarpe dipinte su cui mi ero lustrata gli occhi on-line, con la scusa di fare qualche regalo tra sorelle, mamma e suocera e sottrarne un pezzo per me.
Da quel pezzo in poi fu un continuo ricamare tra leggiadre foglioline.
Siccome devo ancora uscire dalla fase nera, per loro scelsi candide lanette e delicati fiori colorati, per me un grigio scuro decorato con discrete foglie di bambù che fanno capolino qua e là con sobria eleganza. Il verde opacizzato dalla lana scura e la sua mutevole sfumatura mi indussero a rispolverare la mia preziosa scatola disordinata in cui conservo i filati tinti a mano e i filati House of Embroidery. L’occhio cadde su un verde variegato giallo Calimala (tinto con estratti vegetali) che mi sembrò studiato appositamente per ricamare sopra alla mia nuova preziosa sciarpa e, nonostante lo avessi comprato per tutt’altro uso, srotolai le spire della matassina con un giocondo spirito che si faceva desiderare da un po’.
Lasciai decidere all’inconscio e quello mi materializzò l’immagine di una lettera a punto croce immersa tra le foglie. Ridete pure, voi che mi conoscete…
Scarabocchiai una griglia Custom by Me con una iniziale presa dal blog di Ramzi (www.patternmakercharts) e mi lasciai sedurre dal bagliore di qualche cristallino…

Ahivoi!
Io e Patrizia, ammiccando tra noi furbescamente complici, decidemmo, masticando l’ultima tigella ripiena, di essere crudeli e di non svelarvi troppo prima di Fili Senza Tempo.
Un po’ certo per invitarvi a venirci a trovare, un po’ anche per percepire nel nostro viaggio la vostra presenza e i vostri pensieri. Per sentire la vostra immedesimazione e la vostra voce.
Che cosa avreste fatto?
Lavorando sui tessuti di Patrizia ho scoperto tante cose e raccontandovi oltre nei prossimi post cercherò di spiegarmi.
Qui anticipo la miglior cosa…
In condizioni di ristrettezza nascono le idee.
Lo avevo già sperimentato con le Conchiglierie. Avevo raccolto al mare una manciata di conchiglie e costruito con esse dei campionari di sfumature. Mi ero poi imposta di usare quelle sfumature per alcuni lavori. Il risultato fu che non potei pescare dalla scatola delle matassine i miei soliti colori e fui costretta ad azzardare abbinamenti mai sperimentati. Imparai a familiarizzare con i colori come mai prima.
Ugualmente, il tessuto dipinto mi impone delle scelte. Non è la pagina di lino candido su cui far volteggiare qualsivoglia sfumatura. E’ un supporto con un suo carattere che evoca scenari selezionati e ti mette in discussione.
E’ un esercizio.
Un esercizio molto interessante.
Questo lo avevo scelto io e, sentendomi audace, decisi di mettermi in condizioni più difficili.
Patrizia! Non è che mi dipingeresti una ghirlanda su cui ricamare un’iniziale o una scritta? Falla tu come ti piace. Io sarò di nuovo a Modena tra un paio di settimane… 
Hai visto che belle pizze servivano nel posto degli gnocchi fritti?!
Riuscirà il nostro eroe a scroccare un’altra cena?