Quasi un anno fa, la Gabriella mi diede uno scampolo su cui meditare.
Avrei dovuto seguire i tratteggi accennati sul pesante tessuto di cotone, e trovare il mio percorso.
Lo spazio meditativo di allora era scarso e dedicai alla cosa alcune ore di una frenetica settimana situata proprio a ridosso di Abilmente. 
Mi fu difficile, allora, anche solo decidere su quale lato scarabocchiare qualche rosellina, perché sia l’avorio di un lato che il grigetto dell’altro si sarebbero potuti sfruttare.
Eppure, nonostante l’ottundimento, mentre gli occhi si incrociavano tra le linee dei fiori a quattro petali che scorgevo, lentamente uno squarcio di consapevolezza si aprii, quando mi accorsi che, spostando l’attenzione dalle linee allo spazio, il disegno mutava e poteva prendere un aspetto insolito.
Ciascuno avrebbe potuto riconoscere le proprie linee.
Si sarebbe potuto divertire a estrarre dalla tela, senza l’obbligo del disegno, uno o più motivi base, da mettere in fila o alternare per costruire motivi complessi.
Mi aveva fatto ricordare quel concorso che veniva proposto sulla Settimana Enigmistica, in cui si chiedeva di fare un disegno a partire da un paio di linee spezzate. Incredibile cosa la mente conservi e quale bagaglio di ricordi a cascata scoperchi.
L’idea mi piaceva e restituii a Gabriella la pezza imbrattata, assicurando che ci avrei dovuto ancora lavorare sopra, perché due fili di muliné per un tessuto così si dimostravano fiacchi e perché i colori mi parevano sbiaditi.
Lei bel bella lo espose al suo stand ad Abilmente e poi anche a Bellaria e, con mia somma sorpresa, la cosa piacque anche così. Ci fu un divertente andirivieni per chiedermi i colori allo stand e un inutile tentativo da parte mia di suggerire colori con più contrasto.
C’è anche sul sito di Conti&Molinari!
https://www.contimolinari.it/prodotto/art-sashiko/

Poi quest’estate mi trovai di nuovo ad incrociare gli occhi sulle stesse linee e decisi di riprovarci, usando dei perlè e il disegno dei papaveri.
Volevo elaborare un progetto che facesse scena, ma che fosse di rapida esecuzione.
Dedicato a chi odia il riporto del disegno, ma ha voglia di ricamo classico.
Curiosamente, nello stesso momento iniziava ad impazzare il vero Sashiko.

Proprio dalle griglie dei veri disegni Sashiko (tradizione giapponese), mi ero costruita un foglio operativo su cui tracciare il progetto per una tovaglietta quadrata di circa 80 cm.
Mi ero ritagliata la forma base del papavero per delinearne facilmente e con rapidità la forma e avevo ripassato solo quelle linee che avrei ricamato.
Con un perlé DMC 580 avevo ricamato a tempo di record la filza lungo le linee e i rametti a punto mosca.
Con un filato Anchor di cui purtroppo ho perso il riferimento, ma molto simile al DMC 920 ho ricamato i papaveri, alla mia solita maniera.

Volevo un orlo un po’ diverso, così provai a rovesciarlo sul dritto, accorgendomi che, se dimezzavo il petalo, la geometria combaciava perfettamente, ricostruendo il petalo stesso!
Fermai l’orlo con un punto strega e ricamai un po’ di pippiolini ecrù nel punto in cui i petali si baciavano… Senza bisogno di misurare gli intervalli!

Gli angoli mi avevano messo un po’ in agitazione, perché il risvolto su dritto era complicato dalla necessità di chiuderli con un sottopunto (che si rivelò facile e senza controindicazioni) e dal far tornare la simmetria del punto strega, cosa non facile, a meno che la fortuna non sia sempre dalla vostra parte.
Camuffai l’imprecisione con un decoro strategico, che pare infine progettato ad hoc…

Lanciai la staffetta meditativa a Loreta.
Lei incrociò gli occhi sulle geometrie e trovò la sua.
Optò per un orlo con un sottopunto…

Lasciò che le rose ancora una volta dicessero la loro…

Introdusse una geniale variante d’angolo…

Doveste trovarvi da quelle parti in quelle date…
Saremo a Fili Senza Tempo, presso lo stand di Conti & Molinari!
Io ci sarò il sabato!