Qualcuno mi ha detto che forse non mi conviene andare troppo sul difficile, che i fiorellini erano alla portata di tutti.
Ci ho pensato su…
Mi sono innanzitutto chiesta se davvero sto per proporre qualcosa di troppo (difficile è un concetto ingannevole).
Forse andrebbe ricamato troppo a telaio, e se uno non ci è abituato potrebbe scocciarsi un po’.
Forse bisognerebbe impegnarsi a disegnare e a ricamare linee troppo precise, e qualche errore sarebbe senz’altro più vistoso che in un mazzo di fiori.
Forse ci vorrebbe troppo tempo, e se l’intento era un ricamo sciolto scacciapensieri, si potrebbe pentire di averlo iniziato.
Poi però ho ripercorso i miei ricordi e mi sono vista a otto anni o suppergiù.
Sapevo sì e no ricamare a punto croce, punto erba e una versione rovescia dell’orlo a giorno.
Eppure…
Compravo Rakam.
Quello glorioso, che aveva a disposizione mani eccelse.
E cercavo qualcosa da riprodurre.
I pezzi alla mia portata mi lasciavano a bocca asciutta.
Io ero là, che volevo arrivare.
Spesso guardavo e basta. Non ricamavo. Ma forse qualcosa lavorava dentro.
Quel troppo non era troppo. Era una sfida.
E se non ci fosse stato quel troppo, e cioè un modello di riferimento alto, irraggiungibile, maestoso, poetico e desiderabile, non sarebbe stato appetibile.
Avrei abbandonato.
E non sto paragonando le mie mani a quelle. Rispetto a ciò che ho in mente io, i miei sono giochetti. Trastulli di una perditempo. Sembriamo tutte dilettanti, al confronto.
E comunque parliamo di punto erba, qualche imbottitura e un paio di rammendi. Tecnicamente alla portata di tutti.
Sto soltanto dicendo che scivolare nel troppo, a volte non guasta.
Poi sarà quel che sarà.
Io in fin dei conti non pianifico. Faccio quel che mi viene da fare, perché lo farei lo stesso e, dopo aver scoperto con grande emozione che può servire a qualcuno, cerco di metterlo a disposizione, come meglio riesco.
C’è una tendenza generale alla semplificazione. Alla desertificazione.
L’idea che i giovani si attraggano con qualche riga a punto erba.
Le righe a punto erba sono fondamentali per imparare, ma la motivazione si costruisce con il capolavoro. E lo so perché quando a me viene meno, sfoglio i miti e mi faccio sedurre, per tornare a illudermi di aver avanzato di almeno qualche bracciata, verso quell’orizzonte.