Siamo a bordo del treno. La Cesarina, spuntando la lista, ci ha fatte salire ad una ad una. 

Quando ho posato il piede sul primo gradino, si è girata di scatto, ha socchiuso gli occhi, stretto le mascelle e seguito i miei movimenti ruotando lentamente la testa. Io ho cercato di nascondermi tra le spalle e, così rattrappita, ho aumentato l’andatura, incespicato sul terzo gradino e sgattaiolato nello scompartimento il più rapidamente possibile. 
Dentro, poltroncine di velluto rosso, musica soffusa, una rivista di ricamo in omaggio e profumo di thè alla cannella con pastefrolle ricoperte di cioccolato. 
La Vale ha trovato il modo di fregarci anche qui. 
Impossibile resistere, assurdo rifiutare.
Le tazze tintinnano non appena il treno si mette in moto e mi distendo sfogliando la rivista. L’articolo di apertura è dedicato al tappeto più grande del mondo, che copre l’intera piazza del Vaticano, ovviamente ricamato dalla Lory. Sento la Sammy intonare la canzoncina della brava ragazza e capisco che hanno avviato i festeggiamenti. Non vi dico cosa c’è in quello scompartimento…
Vi basti sapere che, musica a palla, la Sam dirige l’orchestra. La Lory, sfigurata, cerca di tenere il ritmo e nel mentre mette gli ultimi punti di una tovaglia da dodici.
La Patty, tamburellando con un pennello sottilissimo seguendo anche lei un ritmo, ma suo, decora le tazzine e i piattini, appena appena accennando il motivetto con la testa e la voce.
Cerco un angolo appartato e mi metto a guardare fuori.

Il treno sfreccia su campagne interamente coperte di neve, sale una montagna le cui vette si perdono tra le nuvole e poi scende rapidamente verso il mare. I cristalli di ghiaccio sulla riva riflettono arcobaleni che seguono l’occhio di chi li osserva.
Tanta roba, eh? Mormora la Gabry, intenta a ripiegare con cura quadrati di stoffa grezza a righe blu o verdi.
Mi addormento.
Quando mi sveglio il paesaggio è cambiato. C’è una luce più intensa e sui rami sono visibilmente sbocciati i primi germogli. Le ragazze intorno, che evidentemente si sono date una calmata, hanno già iniziato a ricamare a punto mosca le prime foglie della primavera, alternando due colori a piacimento (DMC 730 e 732 a due fili). 

Mi spiegano che per ricamare a punto mosca queste foglie si deve prima fare un lungo lancio, che dalla punta arriva fino a quasi metà della foglia. Si esce poi sulla sinistra (se si è destri) e, tenendo il filo in sospeso, si esegue un movimento verticale che dal lato opposto scende alla base del punto verticale, come a ricamare un punto margherita aperto. Se ne aggiungono poi molti, sempre ben accostati.
Quando il treno rientra alla base non siamo più le stesse. 
Gli inverni fanno sempre morire dentro qualcosa (anche qui, perché il passaggio è obbligato) e un’ombra di consapevolezza fa l’occhio più stanco. 
Ma i nuovi germogli stanno lentamente accendendo quell’entusiasmo del nuovo, che colma il vuoto, e in men che non si dica sento Louisa esclamare: Look at the rosebud! E tutti ci giriamo ad ammirare il primo bocciolo sbocciare.
Col profumo di rosa e di rose pronto ad esplodere…
Stesso non luogo, stessa non ora!


Parte quarta dello story-tutorial d’auguri, organizzato da Gabriella, Patrizia ed Elisabetta! Ogni martedì e venerdì finché la tela non l’abbiamo ricamata tutta!
Se non hai ancora scaricato il disegno, trovi tutte le istruzioni in questo post di presentazione!
Grazie per essere passato a trovarci,
Elisabetta