Breve pausa tra A e M azzurre, anche perché il filato è finito e sono in attesa del riassortimento.

Ogni volta che sfoglio alfabeti, i gotici bisbigliano e mi scivolano dentro. Sinuosi, per quanto rigidi in struttura, fluttuano tra le pieghe del mio cervello e negli interstizi tra i muscoli, ma puntualmente li ricaccio in malo modo, perché i gotici fanno troppo Natale. Siccome stavolta era Natale sul serio e per di più ero in uno stato mistico di accettazione degli eventi, li ho accolti senza fare resistenza, decidendo di usarli per una busta in cui riporre la tovaglia di Natale. E che la tovaglia di Natale sia un cotonaccio dell’Oviesse prendiamolo come dato trascurabile, annotando di ricamare una tovaglia per l’anno prossimo.

Ha vinto l’appalto, nell’insieme variegato dei gotici, questo alfabetino adorabile, che mi pare contenga un giusto equilibrio tra semplicità e originalità di dettagli, e che avete già intravista nei miei Goldwork weekend. Si presterebbe ad essere ricamato in modi diversi, sempre a punto pieno, ma ho deciso di accogliere la prima immagine che mi è venuta in mente e che includeva la banda rossa, da cui far uscire il tratteggio.

La difficoltà più grossa per il principiante, nel punto pieno, è trovare il giusto ingrandimento, per non cadere nell’abisso del troppo piccolo e incastrarsi e del troppo grande in cui perdersi.

Avvezzi o meno, si torna principianti quando meno te lo aspetti. E io qui avevo ingrandito troppo le lettere. Fortuna, sfortuna… Chi può dirlo?! Cercate in rete la relativa storiella zen: mi ha aperto un nuovo modo di pensare. Trovandomi un rilievo fiacco e deludente, ho sperimentato due approcci diversi: un’imbottitura ricamata a zone concentriche, come ho proposto nelle conchiglie e… L’uso del perlé 8 per l’imbottitura. Mooolto interessante! Non so se si vede, ma la differenza di rilievo è notevole. In foto, il ramo più vicino all’osservatore è tutto in 25, gli altri in 25 con imbottitura in perlè.