Bene, bene! E’ arrivato il momento di imbottire le 375 conchiglie… 

Premetto che a suo tempo avevo ipotizzato sistemi più rapidi e strategici per imbottire, ma l’idea di sfruttare i materiali già in uso, senza dover suggerire spese accessorie inutili (e garantire lavabilità e stiro), mi aveva fatto elaborare questo sistema di imbottitura ricamata a zone concentriche. E’ comunque mia intenzione provare metodi diversi e di metterli in discussione (eh! lo so che avete in mente il feltro! L’ho già tagliato e vi farò sapere!). Prima però, qui spiegherò lo stesso che ho pubblicato sul libro Ricamare il mare – Asea to stitch.

Suggerisco di mettere a telaio il pezzo e di lavorare a tre fili e a punto lanciato la copertura dell’area più interna. Qui ho usato il DMC842 e nella piccola il DMC 3865, ma un beigeastro e un biancastro qualsiasi andranno bene. 

Terminata la prima area si sovrapporrà ad essa una seconda serie di lanci, perpendicolari ai primi, a coprire l’area interna successiva. Con le due foto che seguono cerco di suggerire il movimento di lancio alternato, che possa evitare di caricare troppo il rovescio del lavoro. Anziché, cioè, eseguire il classico punto piatto, si può optare per un punto lanciato da destra verso sinistra e poi uscire lateralmente per eseguirne un altro da sinistra verso destra (e così via).

Facile intuire che poi il lavoro procederà monotono con il ricamo di aree perpendicolari l’una all’altra…

Giunti all’ultima copertura si dovrà decidere se siamo davvero arrivati al dunque, oppure se manca qualcosa…

Qui manca qualcosa. 

O meglio… Questa direzione dei punti non mi piace…

E non mi piace perché le coste che lanceremo domani andranno nella stessa direzione, complicandoci di molto il rammendo. Dunque suggerisco un ulteriore copertura…

Punti morbidi morbidi, senza impazzire di precisione. 

Volete extra spessore? Aggiungete lanci in tutte le direzioni tra uno strato e l’altro! 

Questa che ho proposto è l’imbottitura minima richiesta.