Sai di aver provato tutto nella vita, quando le tue amiche più sincere arrivano a ricattarti. 

O ricamavo, o tutta la verità sarebbe venuta a galla.

Ho ricamato.

Che vabbè le ho anche perdonate, visto che hanno rotto l’inerzia pigra che mi trascino da Valtopina e che mi aveva fatto riporre gli attrezzi del mestiere. 
Andavo a sbattere a destra e a manca con la testa tra le nuvole, nonostante sapessi che c’è chi è in attesa di capire che fine abbiano fatto le ghiande.
Anche mia madre….
Ciao, eh, madre!
Mi ha telefonato per sapere se sto bene, perché sul blog non scrivevo. C’è qualcosa di sottilmente paradossale e perverso in tutto ciò, ma non indago. 
Cerco invece di giustificarmi dando la colpa alla tortuosità dei rami dell’iniziale (per non parlare di quei terminali a testa di Snorky, che in un momento di ingenua sempliciosità ho deciso di ricamare con un cordoncino fino fino…) e alla cupezza del filato, nonché alle due ore di frustrazione e lacrime che hanno fatto seguito alla scelta ancora più fallimentare dei due precedenti filati. 
Assicuro che entro fine settimana arriverà il risultato finito e che estrapolerò le ghiande per un più fine scopo.