C’è l’autunno che avanza…
Ho visto larici dorati specchiarsi in acque color smeraldo e viali arancio piovere foglie rossastre. L’autunno è sempre quello, ma gli occhi con cui lo vivi fanno la differenza. 
E il mio sguardo quest’anno ha un sapore nuovo. 
Anche quello di qualcun altro, a dire il vero: mi si fa notare che le ghiande di qua non hanno niente da invidiare a quelle di Dresda e che il loro colore è perfettamente identico a quello del ricamo.
Ma… 
Mentre scrivo di autunno e di querce, mi accorgo che qualcosa non torna. 
Se questa mattina le ghiande e le loro foglie ancora non si sono coperte d’oro o di ruggine, da agosto a qui, forse sono preda di un maleficio, oppure di un incantesimo. 
Mi prendo una pausa per indagare e scopro che la magia è altrove, in un luogo che mi fa sorridere.
Maledetta scienza! Il leccio è una quercia sempreverde. 
E sono quasi sicura che le ghiande le appartengano, perché questa specie è spesso usata a scopi ornamentali nei parchi e nei giardini, luogo d’origine degli alberi che ho depredato.
L’autunno che ho introdotto io nelle foglie è quello del rovere o della roverella e, in effetti, le foglie lobate non sono quelle del leccio. Chiederò a chi di dovere di portarmi nel luogo in cui crescono spontaneamente, per verificare il colore originale delle ghiande.
 

Ma qui qualcuno sta sicuramente pensando che l’argomento di genuino interesse sia soltanto da dove diavolo salti fuori quel pendente di corredo al ricamo.
Tutto nacque poco prima di Abilmente Vicenza, rovistando nei cassetti per preparare l’allestimento. Le mie dita avevano afferrato un sacchettino di biglie di legno, tra le quali galleggiavano degli ovetti, tutti provvisti del foro delle perle. 
Avevo esclamato Mmhmmh! e mi ero messa a rivestire gli ovetti con due fili di DMC 580, noncurante della cena che bruciava sui fornelli. Mentre i ragazzi chiamavano il ProntoPizza Soccorso, io cantavo la mia nuova playlist chiudendo gli ultimi punti festone del cappuccio col DMC 840.
Ad Abilmente il destino volle (ritenne necessario) che la mia vicina di casa fosse la mitica Maria Rita Faleri, la Signora dei Nodi, a cui chiedere consulenza e che mi assegnò un compito facile facile, con nodi semplici semplici, dopo avermi visto maneggiare maldestra i filati.

Così dunque termina l’avventura delle ghiande.
O forse no.

Ho chiuso il cuscino con punti vapore che afferrano i due orli a rollino e che lasciano intravvedere la fodera interna color nocciola. Finitura degli angoli con punti vapore ad asola, progettati dopo aver scoperto che se non chiudevo gli angoli, la fodera se ne andava scomposta per i fatti suoi. Tutto è bene quel finisce bene.
Ricamo su lino melange Graziano 6262.