Se si fosse anche solo un poco più consapevoli dei processi (o se non facessimo finta di non esserlo), avremmo la testa libera per guardare oltre, anziché rimanere impantanati in un limbo di presente misto a passato, che ci impedisce di programmare il futuro. Mi vedo tentare di correre in avanti, mentre grosse catene mi ancorano al posto. Il posto a volte è un bel posto, oppure così brutto che ti dimentichi che ce ne possa essere uno più bello, quindi passano giorni, mesi… Anni. 

Le mie catene nel ricamo sono gli arretrati. Macinano nel profondo. Rodono l’entusiasmo di un nuovo progetto definito, minano la germinazione di nuove idee, annientano l’iniziativa. Il nutrimento dei miei arretrati è l’indolenza, condita di una infida pigrizia fatalista con cui combatto dalla più tenera età. E non ho scuse, perché la conosco bene. 

Dunque ieri sera, essendo tornato a farmi visita il mio cervello, ho terminato l’ultimo ricamo del libro Di rosa in rosa – Ricamare gli acquerelli di Patrizia Silingardi, che è anche quello con cui ho redatto il tutorial principale. Per chi ce l’ha… Parlo del disegno A1. 

Se state pensando che è una vergogna che io non l’avessi terminato per esporlo nelle fiere, sono terribilmente d’accordo. 

La faccenda non è ancora finita, perché devo orlare la pezza e qui la mia pigrizia verrà sul serio messo a dura prova, ma la magica riprova del successo della conclusione degli arretrati è che… Non sapevo cosa fare dopo e adesso ho un disegno spettacolare. Ce l’avevo da sempre, perché sta ne Il libro delle cifre ricamate della Babbi Cappelletti, ma dovevo far spazio nel cervello, affinché il ricordo potesse affiorare e l’entusiasmo della nuova sfida accendersi.