Non avevo neanche terminato di annotarmi sull’agenda i buoni propositi per l’anno nuovo, che è già dicembre. 
Ricordo quando mi sono distratta un’attimo tra la fine gennaio e i primi di febbraio… Un passo falso e giù  a strappare mesi dalla parete, senza sosta, alla velocità della luce. Raccatto i pezzi mentre le finestrelle del calendario dell’avvento si aprono ad una ad una e come ogni anno il bilancio mi sorprende. C’è quell’energia buona, che nasce dalle viscere degli sfortunati eventi, che ci cambia, muta gli scenari intorno a noi, che si trasforma infine in opportunità, foss’anche solo di cambiamento, e che a dicembre ci chiede di essere riconosciuta.
Bello.
Però non ho rispettato i buoni propositi. 
Nessuno dei tre.
Tre sono quelli che mi ricordo, ma per sicurezza non vado a ricontrollare cosa avevo scritto per non peggiorare i sensi di colpa.
L’alfabeto… Ecco!
Quello cercherò di recuperarlo entro fine mese.
Intanto ho terminato il campionario nuovo per il corso del mare e sono quasi già in viaggio per testarlo. Mentre ricamavo, pensavo che l’estate è troppo breve e che troppi passi mi separano dalla spiaggia. Vorrei un vestitino a fiori, i piedi nell’acqua e un romantico tramonto all’orizzonte. 
Contro ogni buon senso, questo sarà il mio unico proposito per il 2023.