I giorni corrono, ma corrono bene.

Le ghiande bollono in pentola e i vapori del bollore ipnotizzano la mia mente, congelando giorni e settimane. Anche le stagioni passano. Quando la nebbia si dirada, ricordo che ho un blog e che ci sono occhi curiosi dietro lo schermo. 

Allora sorrido e mi accorgo che quegli stessi occhi mi mancano.

Li ho persi alla recente fiera di Bergamo, ma ho una piccola impresa da portare a termine, prima di tornare alla civiltà: cercare un luogo propizio nelle vaste praterie dell’etere, piantare un boschetto di querce e costruirvi una specie di piccola casa. E’ un’idea che da tempo mi ruota in testa, come un vaso d’argilla sul tornio. Cerca di prendere una forma, ma puntualmente si liquefà. 

Forse ho scoperto come fare.