Finalmente nel mio repertorio botanico fanno la timida comparsa altre specie, che tentano (invano?) di mettere in ombra le rose. Creo fiori di filo per riscattare i tanti massacri del mio pollice verde marcio: per assenza o eccesso di cure, accompagno inevitabilmente a miglior vita qualunque verdura si trovi nei miei paraggi (Ficus benjamina a parte, salvato dal nonno col rinvaso).
E nella mia scatola da lavoro compaiono anche le mie nuove forbici. Qualche tempo fa mi contattò la Premax per invitarmi a testare un campione di forbicine da ricamo e a discutere le mie impressioni sul blog. Ho esitato per circa cinque secondi e infine accettato la proposta, visto che ero proprio alla caccia di un nuovo paio di forbici che potessero rendere giustizia al paio precedente, ripetutamente lanciato nello spazio dal buon Alfredo (Tajo filetto!), con atterraggi tutt’altro che morbidi. A me hanno inviato un campione della serie Flower, giusto per rimanere in tema! Però devo dire che, mentre aspettavo il pacchetto, fantasticavo su un modello futuristico con il sistema ring-lock: solo con quelle mi sarei davvero sentita come Harry Potter quando ricevette la sua Nimbus 2000. Ma in fin dei conti anche queste sono letteralmente piovute dal cielo… E con mio immenso piacere! 
Per inciso, ma non avevo dubbi in merito, le lame, anche in prossimità della punta, fanno esattamente il loro dovere. Sul sito ci sono gli estremi per aderire ad una promozione in corso fino a fine gennaio.
Tornando alla letterona, devo ancora molto a Diane Lampe e al suo Embroidery for all seasons. Rispetto alle sue iniziali forse questa è più verde e in alcuni casi pesante. Le sue hanno una leggerezza di stile che forse si acquisisce con il tempo, oppure si cerca se si desidera. 
Trovavo complicati gli alfabeti proposti nel suo libro e allora ho utilizzato ancora una volta il Royer 254, ingrandito a 12 cm.