Ci sono dei luoghi in Italia che dovrebbero essere visitati obbligatoriamente da tutte le classi della scuola pubblica e trovo che tale mancanza sia un crimine, anche se i costi purtroppo sono quelli che sono. Ai vertici della mia selezione (frutto del mio esiguo girovagare) ci stanno Pompei e i mosaici di Ravenna. Da quest’estate entra nella top ten anche il Duomo di Siena. Lo avevo sicuramente già visto, perchè nella mia memoria già c’era Piazza del campo, ma l’età forse era ingrata e l’ho ammirato con gli occhi della prima volta.
Non sto a descrivere l’esuberanza di forme, colori e bagliori, perchè non ne sarei capace e perchè esaurirei lo spazio concesso ai blogger. Dico soltanto che lo stupore fu tale che al mio ritorno mi sgorgò un disegno rielaborato con le poche foto fatte e con quelle di due libercoli acquistati alla bottega dei souvenir. 
Aspetto a spiegare i riferimenti del disegno, concentrandomi solo sulla prima parte ricamata, dedicata al pavimento del duomo. Ho sempre postato le foto dei lavori finiti, ma adesso mi lancio in un Work in progress. Dovesse venire una schifezza…, Beh, forse sarà utile lo stesso.
Da quello che ho capito (perchè ho fatto la visita al Duomo coll’Alfredone in collo e un lieve capogiro) il pavimento di solito è coperto per evitarne l’usura. Siamo dunque incappati nel bel mezzo di un evento intitolato Divina bellezza, grazie al quale i mosaici, che non sono tutti mosaici, ma puzzle di marmi intagliati, possono essere ammirati in tutto il loro abbagliante splendore.
Dall’alto della mai ignoranza, li ho analizzati con l’occhio della ladra di immagini e mi sono portata a casa due dettagli per i più insignificanti…

Una fronda con un nido contenente tre uccellini e un dettaglio di una bordura perchè mi sembrava gradevole ad uso simil ars bizantina.

Quello che ne è uscito è un cerchio con fregi, contenente l’iniziale E. Secondo Anita sembra una moneta da 1 Euro, secondo altri un disco in vinile… Pazienza. Ho cominciato proprio da questo elemento perchè era quello che mi faceva più paura, visto che era ben prevedibile un cerchio distorto a punto stuoia. Pensa e ripensa, ho adottato la seguente soluzione…

Per ottenere un cerchio perfetto ho eseguito cioè una traccia a punto indietro spezzato (lo split stitch di Trish Burr) seguendo la forma di riferimento. Mentre ricamavo a punto stuoia ho realizzato troppo tardi che il bagliore del marmo si sarebbe potuto riprodurre con dei filati di seta. Forse ci aggiungerò del grigio di seta, ma, anche per ragioni tecniche, mi ci proverò solo dopo essermi dedicata alla S, che rimando… Alla prossima puntata!