Mettendo a posto le cartelle dei lavori dell’anno appena concluso, sono saltate fuori alcune foto di lavoretti non ancora postati. 
Ho sempre ammirato chi riuscisse a coniugare il ricamo con l’applicazione di cotonine o brandelli di tessuto vario. Se fossi una quilter, mi dedicherei senz’altro ai Baltimora (credo che si chiamino così) e cioè quei quilt che partono con la composizione di quadri ottenuti con applicazioni e poi trapuntati: per intenderci, i lavori che portano avanti le protagoniste del film Gli anni dei ricordi. Al contrario non amo le applicazioni rifinite col punto festone. 
Ma la realtà è che ho sempre odiato lavorare con piccoli pezzi di stoffa, perchè sono sempre stata sostanzialmente una ricamatrice da divano e mi sarebbe riuscito difficile gestire la rabbia di cercare i pezzi tra i cuscini. Adesso ho un po’ di tempo per spostare la mia postazione di lavoro da una parte all’altra della casa e, incoraggiata dalla facilità dell’esecuzione del gufetto bagnino di Alfredo, mi sono lanciata nel provare qualche altra applicazione. Ulteriore non trascurabile fonte di ispirazione fu lo sfogliare in fiera un libro di un’autrice giapponese, intitolato Quilt Story (Yukari Takahara). I suoi personaggi hanno movimento, espressione ed è rimarchevole come sia riuscita ad utilizzare scampoli di ogni sorta. I suoi punti forse sono un po’ frettolosi, ma le si perdona tutto, soprattutto perchè mette in mostra i suoi tentativi, evidenziando come uno stesso soggetto muti d’aspetto se abbinato a sfondi diversi, tessuti particolari e tecniche di esecuzione alternative.

Ho trovato questi deliziosi disegni in una serie di pubblicazioni dell’Antique pattern library, dedicata alla piegatura e all’intreccio dei nastri, di discutibile buon gusto, o comunque di un gusto appartenuto ad un’altra epoca. Però le figurine servite da modello sono sfruttabili. Oltre a queste due bambine, ci sono ragazzine in pose interessanti e una serie di donne in costume niente male. I libretti si chiamano The ribbon art book, ma il primo volume è il più fecondo.

Ne ho da fare di strada per migliorare l’esecuzione dei punti, soprattutto negli angoli! Ma la foga di provare qualcosa di nuovo mi ha fatto soprassedere al dubbio se tagliare la stoffa negli angoli, oppure ripiegarla.
Le mie figurine misurano circa 15 cm e per la dimensione dei tratti a punto erba, ho preferito usare un solo filo di mulinè.