Il reparto minuteria della ferramenta del Briko è eccitante quasi quanto una merceria ben fornita. 
Si, beh… Quasi.
Ho stazionato attonita per credo un quarto d’ora davanti alla sezioni chiodi, immobile come un gargoyle, con i soli occhi a scorrere a destra e a sinistra, in alto in basso, di qua e di là a casaccio e così via. 
Signora, ha bisogno di aiuto?! No, no grazie. Guardavo… 
Maledetto orgoglio… Maledetto imbarazzo… L’unica certezza che avevo era il colore (un bell’ottone dorato) e non potevo confermare i peggiori clichè sulle donne. 
Gli angeli del paradiso hanno fatto materializzare, innanzi ai miei occhi ormai stanchi e rassegnati, un bel cartello illustrante la scelta della lunghezza dei chiodi sulla base dello spessore del legno da inchiodare. Eureka! Non mi restava che improvvisare una falegnameria in sala da pranzo!
Per chi si fosse sintonizzato solo adesso sulla mia Radio Delirio, ricordo che avevo in ballo la costruzione fai da te… Danni per tre di una coppia di supporti per telaio a stagge, col proposito di un addestramento militare quotidiano. Mi ero fatta tagliare le mie asticelle e mi mancavano soltanto i chiodi.
Qualcuno nei messaggi mi ha chiesto di dare istruzioni dettagliate in proposito. Voglio assolutamente precisare che non c’è niente di professionale in quello che ho costruito. Avevo semplicemente bisogno di qualcosa che mi prendesse poco spazio e che avesse la giusta altezza per evitare dolori a collo e schiena (i cavalletti standard si allargano troppo impedendo la seduta e sono molto bassi). Ho una sedia regolabile, quindi mi sono concessa misure arbitrarie. Se avrete la malaugurata idea di seguire il mio progetto, ricordate di misurare l’altezza della vostra sedia: potrebbe risultare che a voi servano supporti più alti. Cercando qua e là ho scoperto che la postura migliore sembra essere quella in cui la parte alta del petto si appoggia quasi al telaio, obbligando la schiena a stare dritta (se la sedia è ben posizionata sotto al telaio). Avviso inoltre che la mia versione è un poggia telaio: essendo i supporti poco profondi avrò senz’altro problemi con telai grandi e con il Luneville, perchè io ho i telai in appoggio su due aste. Dovrò, in caso, escogitare qualche soluzione. 
E… Giusto per correttezza… A conti fatti non è del tutto economico, purtroppo! 
Per costruire i miei supporti mi ero fatta tagliare un’asticella ampia 10 cm e spessa 1cm: per ciascuno due montanti da 80 cm e 8 pezzi da 40cm. Ovviamente, così come accade quando parto con un ricamo, il progetto di partenza era diverso da quello definitivo. Doveva diventare una struttura a ripiani, tipo piccola libreria, ma poi mi sono fatta prendere la mano…

Tornando al mio esultante ritorno alla falegnameria domestica, non appena misi i piedi in casa e mostrai i miei trofei al marito, ebbi da digerire la sua trionfante espressione di commiserazione. Insomma i chiodi erano della dimensione giusta, ma a parer suo erano dei tronchi a dispetto dell’esiguo spessore del legno. 
Angeli del paradiso... La prossima volta mandatemi giù un cartello esauriente!
Avevo due possibilità: aspettare lunedì che aprisse la ferramenta quella vera e trovare gli spilli di cui avrei avuto bisogno, oppure dimostrare a mio marito che si sbagliava. 
Ahimè! Indovinate dove la mia pigrizia e la bramosia di vedere l’opera finita mi ha portato? Figurati… E’ un’asta di burro! Si deformerà ben nonostante i chiodi siano solo un po’ sovrastimati!
Bang bing bong bong… Su una media di 7 chiodi, uno strappava una crepa e una imprecazione. Ce l’aveva lui la ragione, ma mica gliel’ho confessato. E tanto non mi legge il blog.
Due disastri sono molto molto evidenti, ma, come nella filosofia giapponese che porta a riparare le crepe con l’oro per valorizzarle, eviterò di bruciare tutto e cercherò un modo per esaltare il misfatto, monito eterno contro la mia pigrizia.
Nel reparto falegnameria mi ero innamorata di quelle asticelle cilindriche e ho fatto modo di farcele entrare come sostegno telai e libretti. Mannaggia ai chiodi.
Comunque ormai i miei supporti ce li ho, malandati che siano. 
Nonostante abbia creato un incastro con le aste trasversali, purtroppo è ancora un po’ traballino. Forse risolverò la cosa con i tiranti della Ivar Ikea, ma un po’ mi rompe, perchè volevo una cosa maneggevole da spostare.
Ma basta! Adesso arriva il bello! Avevo il libro della Scarpellini sul ricamo bizantino che mi chiamava a gran voce da mesi, comprato a Bellaria.
Il progetto di partenza è di passare in rassegna punto stuoia, trapunto e punto ombra. Ma sapete come sono fatta, quindi chissà che fine farò… A presto per aggiornamenti!