Rimasta sola al mio magro destino, pronta ad essere sbeffeggiata per le mie scarse doti culinarie, tornai nella mia grotta, alle mie scatolette di fili e…
Di tonno. 
Durante il viaggio, mentre la buia campagna costellata di lucine scorreva sotto i miei occhi e i camion pericolosamente corteggiavano le mie fiancate, pensavo ad un dibattito tra ricamo e pittura. 
Di quelli placidi, in cui nessuno vuole avere la meglio sull’altro e le parti si scherniscono a vicenda, sorridendo. Sprofondati in morbide poltrone di velluto e sorseggiando whisky con ghiaccio. 
Confrontavano materie e materiali, linguaggi, gestualità e tempi.
I pigmenti cari all’uno, da mescolare a piacimento, e i filati tinti a disposizione dell’altro. I pennelli e le mani per stendere il colore, contro i sottili sterili aghi. La leggerezza della pennellata, in contrapposizione al caldo rilievo del filato posato. L’istintiva pennellata e il punto chirurgico. L’immediatezza non priva di accuratezza, contro il meditabondo rito ripetitivo.
Entrambi rammaricati per essere considerate due entità astratte che non possono dialogare in ambienti illustri, si auspicavano un cambiamento, che portasse il ricamo ad un livello artistico riconosciuto, come in fondo altrove accade, e che portasse all’arte il suo linguaggio. Che l’arte entrasse nelle stanze dei fili e che nella tradizione rinascesse l’entusiasmo.
Io, che non me ne intendo di queste cose, ben presto faticai a seguirli e mi chiesi se tutto ciò avesse un senso.
Non avevo ancora riposto i filati House of Embroidery della P pienotta di Patrizia, perché l’ordine non è una mia virtù. Mentre li riarrotolavo nelle loro strane cartine, pensai che sarebbe stato interessante sfruttare la stessa gamma, scombinando le carte. Mentre per la P avevo scritto la lettera col 25 grigiastro e ricamato i fiorellini coll’arancio sfumato, avrei potuto, a parità di verde, lasciare che le mutevoli sfumature dell’arancio danzassero tra le lettere e i grigiastri fiorellini scintillassero tridimensionali.

Ovviamente, font Chopin script.
Soltanto cinque giorni a Fili senza tempo… Sarò nella saletta Biancospino con Patrizia Silingardi.
Ma ho ancora una paio di cose da raccontarvi, quindi a presto! Prestissimo!