Henry Beston si fece costruire una casa sulle dune di Cape Cod nel 1925.
La battezzò Fo’Castle (Castello di prua), per la vista che scorgeva dalle dieci finestre affacciate sul mare.
Era l’inizio dell’autunno e, nonostante avesse progettato di soggiornarvi per una quindicina di giorni, finì per decidere di passarci un anno intero.
Mi ci imbattei per sbaglio.
Il giorno dopo Abilmente, sfinita, ma colta da una febbrile necessità di trovare il modo di ricominciare, decisi (per caso o per un inconsapevole impulso covato da tempo) che avrei dedicato un anno alle conchiglie e al mare.
Mi immersi nella polvere della soffitta per recuperare un paio di collezioni di conchiglie, restaurai i miei campioni scollati e portai a termine un noiosissimo libro in corso, leggendo una riga sì e cinque no, per arrivare a fondo presto e scegliere qualche nuova e più appropriata lettura, che mi calasse nella giusta atmosfera.
Se vantassi una grande cultura letteraria, farei sfoggio di un consapevole programma ispiratore, ma i pochi titoli marinarecci che mi vengono in mente evocano buie e deprimenti memorie scolastiche e un ritrito scenario di pirati strafatti di rhum.
Per una rinascita mi serviva quello sfavillio della luce sulle onde che porta il vento della novità e dell’incontro fortuito.
Estrassi dalla rete La casa estrema.
Trovai seduttiva la coincidenza temporale del viaggio di isolamento nella casa estrema e le ragioni della fuga. In una casa ai confini del mondo e affacciata alla furia dell’Oceano, per cercare pace e adeguarsi al ritmo naturale del tempo, fatto di attesa, di limiti umani e del peregrinare del sole nel cielo, meraviglioso rituale. Rifugio dai ritmi accelerati della vita quotidiana e dal mondo malato e infiacchito. Per tornare a pensare e a mettere ordine ai pensieri.
In una solitudine estrema, ma rigenerante.

Varchiamo la soglia della casa estrema ad ogni nostro primo punto.
Non è l’onda del mare e risuonare nella nostra mente, ma una tempesta di pensieri che si rovescia fragorosa nel petto e, punto dopo punto, si placa. E quando l’oppressione viene meno, vediamo la marea lentamente ritirarsi, nel buio rischiarato dalla luna e dalle stelle.
Font Candire, DMC 3799, punto indietro spezzato, tessuto F.lli Graziano, lino 6262 Melange

E così è che inizio a cercare tra le dune le assi buone di antichi relitti per erigere la mia casa.
Ci si dovrà passare un anno e sarà bene che venga fuori abbastanza grande. Con dieci o più finestre. So che inizieremo ricamando conchiglie, ma poi sarà tutto da vedere: mi lascerò guidare dalle idee casualmente trascinate a riva dalle mareggiate.