Dedico questo post a Dorella, che mi ha sgridato perché vorrebbe che io tornassi a fare qualche post come una volta, con quei bei monogrammi bianchi e qualche link che apre un mondo di possibilità. 
Dorella! Prometto che prima o poi mi castigherò con un bianco su bianco, ma il colore è una droga e mi ci vorrà un po’ per disintossicarmi!

Come ogni anno, lo spalancare le imposte, sul fiorire del cotogno giapponese, urla alle mie orecchie la necessità di registrare l’evento.
Il tempo, nella frenesia di distribuire il nuovo libretto, già cominciava a buttare a terra qualche petalo, ma io lo sapevo che, quando hai a che fare con questa fioritura, non puoi perdere neanche un secondo: esplode di colpo una bella mattina e poi il verde la inghiotte in un soffio di vento.
Dunque, complice una giornata di silenzio posta elettronica (l’occhio del ciclone?!), ho scarabocchiato al volo una G, presa dal fedelissimo Shepard, One hundred thirty Antique French Embroidery Alphabets (pag.96), decisa a fare un po’ di punto pieno, che languiva a causa dei troppi papaveri.

Ho ingrandito la lettera a 9,5 cm di altezza e mi ci sono buttata con un DMC 840 (cotone da ricamo n 25-art.106), traformando le volute della G in rami. 
Ho provato a sfumare per un effetto tronco, ma non ci sono riuscita. Prima o poi ci riprovo.
Per le linee sottili ho usato un filo di mulinè dello stesso colore, lavorando a punto erba. Per le foglie ho ricamato un punto mosca fitto con il 580 e il 581.
I fiorellini mi hanno messo in discussione.

Ero partita con un paio di tonalità sature e sobrie, che già avevo usato per quella B tutta colorata (350 e 351), ma le vere tonalità dei fiori di questo ardente cespuglio sono altre. Fanno parte di quella categoria dei rosa indefiniti che non compreresti mai e che generalmente non si abbinano con niente. 

Ma uno ci deve provare, prima di giudicare.
Così ho introdotto un po’ di 3706 e il ricamo ha preso tutta un’altra vita. 
Non ricamavo così freneticamente da tempo. Prima di oggi, metodo e disciplina il mio mantra, riponevo ogni filato bello arrotolato, prima di iniziare una gugliata. 
Il mio tavolo, invece, proprio ora mentre scrivo, è ricoperto di matassine srotolate, avviate e sgugliate, libri, agende e chiavi, scatole aperte e petali ovunque.
L’anno prossimo mi sparerò solo di terribili nuances.

Ho ricamato su una federa già confezionata di Graziano, regalatami dalla Gabriella di Conti&Molinari, una di quelle col lino tutto stropicciato, molto vintage
Mi raccomando! Non stirarla!
Beh… Ehm…
Io una stiratina je l’ho data!