Oggi siamo di Cresima.
Avendo scritto e programmato questo post una settimana prima, mi figuro sotto l’ennesima pioggia torrenziale, intirizzita ma ebbra della saggia consapevolezza di aver optato per un sano paio di scarpe senza tacco. 
Mentre siete intente a leggere, i vicini di banco di Alfredo staranno senz’altro cercando di vincere la tentazione di dare uno scapaccione ad Alfredo che si agita sulla panca, giusto perché si trovano in chiesa. Mario sarà un po’ in ansia, Anita intenta a prenderlo in giro.
Quando ho pensato ai lavori con il grano e i papaveri, il lino greggio mi pareva la soluzione più azzeccata, perché mi evocava i sacchi di farina e il colore della carta del pane.
Mi piaceva che le margherite sbalzassero fuori dalla stoffa, non solo per il punto un po’ tridimensionale, ma anche per il contrasto con il fondo scuro: dopo averlo ricamato mi era parso di aver fatto la scelta giusta, ma una prova su tessuti più chiari mi aveva messo in confusione.
Il lino avorio (quello usato nelle bomboniere è un cremè di Graziano) esalta i colori e vivacizza. Ci perde forse un po’ di stile, ma si adatta anche agli ambienti di legno.
Insomma non mi so decidere.
Qui cremè e greggio a confronto…

Per fare i sacchettini ho riportato e ricamato il soggetto al centro di una striscia larga circa 21 cm e alta 22, a circa 4 cm dal margine inferiore. Dopo averlo stirato, ho cucito il lato posteriore e la base e ho tagliato una pezza equivalente nel lino verde acqua (che vi posso assicurare essere azzurro e non verde…). Ho cucito il lato posteriore di quest’ultima e poi posizionato i due sacchetti dritto contro dritto, per poter cucire il lato superiore prendendoli insieme. Li ho risvoltati e sottopuntato a mano il lato inferiore del sacchettino azzurro.
Per fare il cordoncino ho arrotolato una gugliata da 6 fili di DMC 680 con una di 932.
Il disegno dei cuori è a pag. 15 di In un campo di grano / In a wheat field.