Io lo dico sempre ai corsi che non ho formazione artistica e che se sono riuscita io a disegnarmi qualcosa, lo possono fare tutti.
Certo è che, se ne avessi avuta, magari le cose mi correrebbero più agili tra le dita…
Mi imbarcherò in un’avventura simile a quella delle conchiglie minimo fra dieci anni, se sopravviverò agli eventi e ai movimenti che, loro malgrado, le conchiglie stanno trascinando a riva.
Per farla breve, questa volta mi tocca colorare i disegni.
Perché sennò non si capisce niente.
Serve capire da che parte scurire le onde e quali sono le onde rispetto alla spiaggia.
Cavolo.
Colora, strappa, ridisegna, strappa perché sono di nuovo andata storta, ridisegna, strappa perché Alfredo è entrato saltando e ha urtato il tavolo e una scia chimica ha trafitto un gabbiano, ricolora… mmhmmm sembra bene, scansiona, che skifo, ridisegna, ricolora, che scatole, come faccio, basta rinuncio, mi faccio una passeggiata… Beh. Esistono le matite acquerellabili.
La vita è un compromesso.
E questo è l’attuale.
A meno che la Lauretta, dopo aver visto le scansioni, non mi lanci un profondo sguardo di commiserazione… I disegni sono fatti.
Li metto comunque in quarantena per due settimane, stando al gergo del momento, perché sono stata io in quarantena per quattro settimane per farli e adesso ho un paio di tramonti in cui tuffarmi e la pazienza secca…
A presto!