Qualcuno sarà contento… 

Mi si rimproverava di aver abbandonato il ricamo in bianco e quelle belle cifre imbottite.

Anch’io evidentemente ne sentivo la mancanza, ma il passaggio di questo momento è più complesso. Mi sento un po’ sbandata… Ogni cambiamento mi impone un periodo di assestamento sempre più lento e non so se è colpa dell’età, oppure di questa fissità domestica da reclusione e annullamento degli impegni. Fatto sta che la testa mi si è svuotata: l’entusiasmo per gli obiettivi futuri si è sgonfiato come un palloncino bucato e vivo una quiete fatta di routine domestica, temporeggiando.

Ho ridipinto un paio di porte vecchie e mi è tornata la voglia di ordine e decoro. Mi sono imposta di fare quelle tende che progetto da dieci anni (come possono essere passati così, in un soffio?). Forse il non luogo, e tutto questo periodo strano, hanno rallentato la mia corsa e provo ad assecondare questo ritmo lento, d’altronde molto in mood natalizio.

Ho anche comprato un nuovo PC e questo non è un bene. Mi blocca trovare i nuovi comandi e adattarmi ai nuovi spazi. Salto da quello vecchio a quello nuovo, salvando ora qui e ora là e poi non trovo più niente. Per ritrovare le foto di questo post qualche parolaccia è scappata. 

La stampante rischia una martellata.

Ma torniamo a noi e al ritorno al passato. Degna delle origini ritrovate è la fonte, sgorgante direttamente dall’Antique Pattern Library, che in questi lunghi anni è diventato un contenitore di meraviglie sempre più traboccante.

Lì avevo trovato uno dei più bei libretti sulle iniziali, intitolato Album d’alphabets et monogrammes, scaricabile direttamente a questo link: http://www.antiquepatternlibrary.org/pub/PDF/B-YS078AlbumAlph2.pdf

Ho cercato gli altri numeri, ma ho ho trovato qualcosa solo in qualche bancarella online. Avevo già usato due degli alfabeti proposti e sognato su quei  monogrammi così ben disegnati. Ci sono tutte le combinazioni…

Ho disegnato la ES e la MF, stampandole e circa 7,5 cm di altezza. 

Un ritorno alle origini degno di tale nome, presuppone anche un pessimo ricamo. E così è stato. Non ve lo fotografo da vicino perché ne va della mia reputazione. Ma accetto il flusso. E’ così che deve andare. Pago lo scotto di non averne più fatte da un po’.
Sto usando un cotone floscio che avevo nel cassetto. Ve ne parlerò meglio la prossima volta, perché urge un campione di confronto col cotone da ricamo normale. La sensazione è che venga meno regolare (eh, eh… Sto già cercando una scusa…), ma che antichizzi in modo gradevole il pezzo.
A breve per ragguagli più precisi!