Oggi giornata che farà discutere: col punto rammendo (soprattutto questo un po’ strano, che in realtà un rammendo non è) qualche dubbio viene sempre. E, superata la tecnica, già anticipo che sarà necessario prenderci un po’ la mano per non accavallare i punti e regolare la tensione. Ma confido che la 375esima splenderà come una madreperla.

In foto ho segnato il numero dei filati che ho usato io: tutti e quattro nella conchiglia più grande (DMC 435, 632, 712, 738), i due più chiari in quella più piccola. Ma so che voi avrete la vostra conchiglia ispiratrice dinnanzi agli occhi e che avrete scelto i filati opportuni, anche fosse il verde bottiglia.

Il punto da utilizzare è il classico rammendo che si usa nel ragnetto a rammendo all’indietro (in italiano non è chiaro il nome… consiglio di cercare in rete Ribbed Spiderweb stitch, se non vi tornano i movimenti), che ho però modificato nella sua versione lineare (perché non gireremo in tondo).

Passo sotto un raggio, torno sui miei passi avvolgendolo (solo movimento dell’ago, senza prendere la stoffa) e passo nuovamente sotto di esso, scivolando questa volta anche sotto il successivo.

La schematizzazione già vi racconta che noi, con il lancio alternato dei raggi, abbiamo complicato un po’ le cose, dunque seguitemi un attimo…

Per iniziare esco ad un lato della punta. Io sono uscita a sinistra.

Inspirate, osservate sulla vostra tela…

Non tutti i raggi puntano in punta, giusto? Perché li abbiamo fatti cadere alternativamente in punta e un po’ più in giù.

Niente panico!

Lavorerò le prime due o tre righe solo sui raggi a cui ho accesso.

Come si vede in foto, passo sotto il primo raggio di cruna, per non pizzicare filo e imbottitura.

Torno indietro e passo nuovamente sotto di esso, slittando anche sotto il raggio successivo (quello accessibile, che è quello dopo ancora). E così via…

Arrivata alla fine della riga mi porto sul rovescio e torno al punto di partenza, sul profilo opposto. Questa volta non riesco a farvi risparmiare filo sul rovescio… Ho provato a fare rammendi avanti e indietro, ma ho visto che viene molto irregolare e bruttino.

Inizio una nuova riga e procedo così finché non si “sbloccano” i raggi interni (dopo due, tre o quattro giri). Poi inizierò semplicemente a lavorare su tutti i raggi.

Tecnicamente avremmo detto tutto, se avessimo da ricamare un righello.

Noi qui invece abbiamo una conchiglia che ha avuto come ospite un animaletto col vizio di aggiungere ogni anno una o più righe al suo guscio, registrando a colori il suo umore e lasciandoci in eredità la sua storia scritta sulle curve di accrescimento.

Curve…

Non linee dritte, belle e semplici.

E se noi rammendiamo ignari e spensierati, ricameremo strade di pianura, canali da risaia. 

Ecco dunque che dobbiamo aggiungere una complicazione: dobbiamo raddoppiare i punti al centro, quando perdiamo la curvatura (la linea di controllo è il profilo della conchiglia).

Per raddoppiare i punti al centro si passa sotto ad un raggio senza slittare sotto il successivo, così per forza lo si ricoprirà due volte.

Chi tra voi sta argutamente pensando che anziché raddoppiare i punti si potrebbe lavorare una riga ridotta al centro… Ha tutta la mia comprensione. Ci ho provato, anche perché sarebbe stato più semplice spiegarlo. Ma fa discontinuità, purtroppo. O almeno io non ce l’ho fatta. Fatemi sapere.

Una nota sui colori. 

Vedo che non ho fatto una foto aggiuntiva, che in effetti poteva tornare utile… Lascio i fili in sospeso, così posso alternare i colori senza continuare a chiudere e riavviare. Cambio i colori un po’ a sentimento, un po’ guardando le originali. Belle le righe isolate a contrasto.

Spero di aver detto tutto. Spero di aver fatto rispolverare qualche ago. Spero anche di essere riuscita ad aggiungere chiarezza al libro, dove il compromesso dello spazio mi aveva impedito vaste gallerie fotografiche. Rimango ovviamente a disposizione per domande e altro, sui social o via mail, ma invito a non abbandonare la nave, perché nei prossimi giorni mostrerò le mie prime due prove con imbottitura a tre e a cinque feltrini. 

Doveste postare le vostre 375 conchiglie, su Fb o Instagram…Ricordate l’ashtag #letshaveashell, così avremo una bella galleria di riferimento!

A prestissimo!