Eeeeeeh! Eh!

Ve l’ho fatta… La conchiglia verde bottiglia! 

Perdonate la foto un po’ plateale, ma volevo un gran finale per questa settimana della conchiglia, che avete seguito in tanti, con mio grande stupore ed orgoglio.

Prima di invitarvi al seducente massaggio della conchiglia, procedo con ordine, mostrando la sequenza della conchiglia a cinque feltri che avevo promesso.

Inutile dire che il rilievo fa la differenza.
Rimane una sola domanda: resisterà al lavaggio? Ve lo farò sapere alla prima lavatrice!
Siccome mi scompensava aver saltato i quattro feltri, ho rimediato con la conchiglia verde bottiglia. 
Ed eccoci al massaggio.
Potete vederla come una premura tenera da rivolgere alla vostra conchiglietta, un po’ come fanno quelli che parlano ai fiorellini (ho appena appena scoperto che esiste una playlist di Spotify di musica per piante), oppure, meno poeticamente, come un piccolo accorgimento per rilassare i fili e farli educatamente slittare al proprio posto e infine costringerli con la violenza a prendere tutti una tensione costante.
Io non lo so se è vero che funziona, ma male non fa. 
Semplicemente appoggio l’ago tra le coste e lo muovo a destra e a sinistra, sforzando un po’ le due coste adiacenti. Mi sembra uscire più… pettinata.
E se così non è, mi divertirò a pensarvi con un tenero sorrisetto di biasimo sulle labbra, felice che siate tutti arrivati in fondo a quest’avventura!
Siate certi che non sarà l’ultima.
Peccato suoni come una minaccia.
Grazie e tutti!