Le Dolomiti sono enormi, gigantesche e mostruose scogliere coralline di 200-250 milioni di anni fa. 

Sì, lo so, lo sappiamo tutti. Ma visualizziamolo per un secondo, con musica di sottofondo… 

Pazzesco, no? 

Se la risposta è no… Scegliete una colonna sonora più epica.

Dunque, nonostante si dica in giro che io stia ricamando la montagna, devo sconfessare le amanti del fresco: questa non è altro che la versione vintage di un mare dei tempi che furono. E vi dirò di più… La dolomia pare fatta di cristalli di dolomite, un minerale che si genera dai calcari corallini ad alte temperature, per la stretta vicinanza con fenomeni vulcanici. Temperature da Milano centro a ferragosto, insomma. Niente neve e stambecchi che saltellano.

Vi ho deluso? Beh, ho scoperto di peggio… La Marmolada è calcarea, non dolomitica. Ce lo avrebbero dovuto dire subito, quando eravamo piccoli.

Comunque sia, io ho le mie conchiglie da giustificare e mi viene facile con i fossili eternamente registrati nel libro degli strati. Ho affrontato il delirio della casa madre (ciao madre! Puoi anche evitare di leggere tutti tutti tutti i post) e ho recuperato un po’ di fossili guida, che vengono da diverse località del mondo e non dalle Dolomiti: lo sapete che ho abbandonato qualunque rigore scientifico e che stupidamente me ne vanto.

All’epitonium ho dato il colore nero della lava e orgogliosa ho fatto volare uno scatto alla Cesarina, certa di un pronto incoraggiamento. 

Ma l’effetto pietra-fossili c’è?

Si, è lugubre abbastanza.

Da qualche parte avevo letto che si devono mostrare i propri risultati agli altri solo quando si è fortemente convinti delle proprie scelte, per non rischiare di abbattersi. Certo la Cesarina non è gli altri, ma…

Vabbè. Sono andata avanti lo stesso con la stella marina.

La volevo in calcare chiaro, brillante di cristalli. 
E niente… Non mi è servita la Cesarina per rendermi conto della cantonata e che il mio sublime e poetico sforzo era stato inutile (scompariva miseramente al solo alzare il capo).
Ci sto stendendo sopra una mano di vernice in calcare marnoso. Non vi dico le parolacce: ripeto a denti stretti i nomi delle ere geologiche e cerco di non farmi sentire dai ragazzi, perché mi sembrano peggio delle parolacce vere. 
Quella che preferisco, da usare nei momenti più difficili, è Ordoviciano.