Concentrata sui colori, sono partita col piede sbagliato.

Dovrei frequentare un mio corso, ogni tanto… Predico bene e razzolo male. 

Non ho ricamato il pezzettino di prova che impongo aspramente a tutte e che dovrebbe servire per entrare nella logica long and short che brilla e pago il prezzo della mia pigrizia con un inizio alla rovescia, che mi ha messo in seria difficoltà. Cioè dovevo partire dalla pancetta rotonda del pennuto, anziché dalla sua schiena flessuosa, perché così i punti sarebbero andati a convergere e a ridursi spontaneamente, anziché aprirsi e costringermi ad aggiungerne.

Un bell’esercizio.

Che avrei volentieri evitato.

Dimentico e procedo. 

Il piccione della Piccioni inizia a colorarsi e già qualcuno potrebbe opportunamente osservare che le macchie di colore del modello di riferimento sono state trasformate in sfumatura. Lo so. Ho dovuto fare una doccia in seduta da meditazione, visualizzando una cascata blu-verde che mi si rovesciava sul collo da un alto dirupo nel bel mezzo di una foresta vergine, prima di poter decidere. Alla fine ha vinto l’idea che il modello debba offrire un’ispirazione e non un modello rigido da cui trarre una fedele copia, anche perché così ogni errore potrà sembrare una scelta consapevole, eh, eh… In fondo la mia mandante non ha aggiunto ulteriori restrizioni all’ordine perentorio di ricamare e io ne approfitto.