Credo che questo corso, scrupolosamente raccontato nel volume 4, abbia cambiato la mia vita da ricamatrice: è stata scuola di rigore, accuratezza, maturazione di un atteggiamento critico finalizzato ad elaborare un proprio metodo.
Io allora lavoravo su commissione, Anita aveva quattro anni, Mario due e certo come sarebbe poi più tardi uscito Alfredo nessuno lo avrebbe mai potuto immaginare…
Ricordo che fu per me una grande novità poter salire su un treno e lasciar correre la campagna, via via allentando la morsa di preoccupazione, dopo quattro anni di maternità prolungata (se avete trascorso il lockdown con figli piccoli non c’è bisogno che io aggiunga altro).
Rammento la novità di poter parlare di ricamo senza leggere negli occhi altrui la noia.
Non potevo usare in commissione la fine strategia che mi veniva insegnata: ciascun passaggio era stato passato al vaglio da Giuliana, l’accuratezza estremizzata, la tenuta dei fili garantita, la dimensione dei vuoti ricalcolata per una sobrietà elegante e raffinata.
Ho capito che il ricamo non si nutriva necessariamente soltanto della tradizione e che poteva essere oggetto di ricerca costante. Inutile dire che tale consapevolezza nutrì l’allora nascente sfida tecnica, innescando certi percorsi.
https://www.filofilo.it/ita/libri-di-ricamo/9-vol-4-punti-a-giorno
Ho sfogliato tanti libri di sfilature (non tutti, certamente), ma per quanto mi riguarda questo rimane il miglior connubio di sintesi e perfezione.
E… Sì! Nel testo viene spiegato anche il retino sfilato con punto rammendo!
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