Ci sono due principali ragioni del mio vergognoso isolamento silenzioso: l’allestimento del mio negozio virtuale e i disturbatori di contorno. 
Il negozio virtuale è un concetto astratto, in tutti i sensi: è un progetto che si trascina da anni, è un’idea in cui condividere idee, è un luogo inesistente col vantaggio di non aver bisogno di essere riordinato, spolverato e ripulito con lo sgrassatore e lo svantaggio che non lo puoi toccare e che non incontri nessuno quando ci vai dentro. Ne parlerò, quando sarà sempre un concetto astratto, ma vitale.
I disturbatori di contorno sono presenze concrete, che di astratto hanno poco o nulla, e che mi afferrano, mi trascinano, mi fanno arrabbiare o innamorare. Mi stremano. Ma questo è il mio vero lavoro, dopo tutto.
Quindi occupiamoci del nostro svago. 
Qui sotto la tovaglia quadrata di Pierina, coi rami di ghiande che escono dalla sfilatura e che si gettano verso il centro. C’era qualcosa, nelle ghiande di Pierina, che trovavo più efficace. Dopo averci studiato un po’ su, abbiamo scoperto che sei giri di festone nel cappuccio, anziché cinque, avvolgevano il seme con un effetto più realistico e tridimensionale.
 

Io ho invece terminato la mia striscia, la cui foto è in testa al post, e ho provato una L con colori autunnali. Vorrei fare delle tende a vetro per la cucina. Non mi decido a prendere il coraggio.