Ero tornata al mare per la prima volta, quest’anno, in una bellissima giornata di primavera precoce, forse proprio perché qualche giorno prima avevo iniziato questo ricamo, che è il secondo ricatto di un’amica.
In ballo c’è una cena e la cosa che non mi torna è che l’accordo sia stato stipulato tra l’amica e la persona che verrà con me a cena. Non approfondisco l’ingiustizia solo perché il premio in palio è succoso.
Avevo ripercorso gli stessi passi di allora, ricamando e camminando lungo la battigia. Avevo scrutato l’orizzonte dalla stessa torretta panoramica. Il mare aveva cancellato le impronte del passato e invitava a fare caso solo a quelle del presente.
Eppure i luoghi sembrano contenere un tempo infinito, in cui le memorie e il presente si fondono. Paiono osservare gli eventi che vi transitano e sorridere, quando i personaggi che li solcano sembrano finalmente intuire come le tessere del puzzle possano incastrarsi.
E quel giorno il luogo sorrideva.
Ho modificato un po’ i colori del mare vintage di pagina 16-17 di Ricamare il mare.
Ho reso più rossa la stella marina e sbiancato le corde al vento. Ho provato, grazie ad un commento di Barbara sulle ghiande, a ricamare l’imbottitura con del perlè 8 e confesso che il rilievo appare molto interessante.
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